Le nostre relazioni
Oggi
insieme alla scuola ci siamo recati ad Agnone a visitare la fonderia Marinelli.
Verso le 10:00 siamo arrivati e ci hanno fatti entrare
nella fonderia,ci hanno ospitati in un salone dove ci hanno mostrato un filmato
che parlava di come vengono costruite le campane.
Dopo il filmato il signore ci ha fatto salire in una stanza dove c’erano
diverse campane e lì ci ha approfondito meglio il filmato parlandoci dei vari
procedimenti lavorativi. Ci ha soprattutto parlato della campana più grande del
mondo,che per produrla ci sono voluti circa cento anni e nel corso del tempo un
pezzo si e’ rotto. ci ha anche parlato dei vari Papi che hanno visitato la
fonderia ,come Papa Giovanni Paolo II.
Ci hanno portati proprio nel posto più grande della
fonderia,dove si producono vere e proprio campane. Il signore ci ha fatto
sentire il rumore di diverse campane e ognuna produceva un suono diverso. Nella produzione di queste campane hanno due forni uno a gas per cuocere quelle piccole e quello a legna per quelle grandi.
Angelo Mastroiacovo
Oggi 26 Maggio 2015 alle ore 9:20
noi delle quarte siamo andati a visitare la Fonderia Marinelli ad Agnone,in provincia di Isernia.
Per recarci lì abbiamo percorso la Trignina e abbiamo
osservato sia il Fiume Trigno che attraversa questa strada sia la fondovalle del Fiume Verrino.
Sul pulmino abbiamo chiacchierato, giocato a tris,
l’impiccato e a un gioco che ci aveva insegnato la maestra Matilde l’anno scorso.
Ci hanno accompagnato la maestra Maria e il maestro Nino.
Lungo il tragitto siamo passati su un grande ponte e poco
dopo siamo entrati nella città di Agnone. Tiziano, Irene e io ci siamo accorti che in una
piccola strada coperta da alberi c’era la fonderia Marinelli in tutto il
suo splendore.
Siamo scesi insieme alla
maestra Maria e ci siamo recati all'entrata. Davanti ad una grande porta
c’erano campane di diverse grandezze e con diverse decorazioni.
Subito ci ha accolto un signore molto gentile che ci ha raccontato
della fonderia e ci ha informato che ha più di mille anni, ha smesso di
funzionare per ben due volte: la prima perché fu occupata dalle truppe tedesche nel corso della seconda guerra mondiale in quanto il bronzo,
che occorreva per realizzare le campane,
serviva per costruire le armi e la seconda poiché ci fu un incendio e morì un operaio.
Dopo aver ascoltato le notizie della fonderia, siamo entrati
in una piccola sala con delle sedie e il
signore ci ha fatto osservare un filmato che ci ha informato che nel 1995 il 19
Marzo venne ad
Agnone Giovanni Paolo II.
Ma tutti ci siamo chiesti:“ Come nasce una campana?”
Con una sagoma di noce stagionato si prepara una
costruzione di mattoni refrattari che corrisponde all'interno della campana
chiamato anima.
L’anima viene poi ricoperta con vari strati d’argilla fino ad
ottenere una superficie levigata sulla quale si applicano dei fregi ottenuti con la cera
fusa messa su uno stampo di gesso: questa è la falsa campana.
Sulla falsa campana viene spalmata altra argilla fino ad
ottenere lo strato voluto che viene
chiamato mantello.
Con la tecnica della cera persa, che si
scioglie con il calore della brace inserita dall'apertura più in alto, si lasciano
impressi i fregi in negativo sul mantello.
Viene sollevato il mantello e con dei martelli si rompe la
falsa campana e viene rimesso il mantello.
Nello spazio libero tra l’anima e il mantello cola il
bronzo fuso che si raffredda lentamente.
Dopo questo procedimento la campana viene messa in un
grande fosso e, nel momento in cui viene bucato il foro da dove esce la lava
liquefatta, la campana viene ricoperta da questa sostanza liquida e molto calda.
Ogni campana viene estratta dal terreno e viene fatto a
pezzi il suo mantello. La grandezza determina il suono di essa; infatti se una
campana è più piccola emette un suono diverso da una campana grande. Poi siamo
scesi in fonderia e la guida ci ha fatto ascoltare delle campane che suonava
con un martello.
La guida ci ha informato anche di quando Papa Pio XI fece
un rito delle colata della pace o di quando Giovanni Paolo II firmò la sua
presenza.
Abbiamo capito che la linea che passa per il centro di una
campana viene chiamato diametro.
Abbiamo ascoltato anche quando a Mosca venne costruita la
più grande campana del mondo che, però, non ha mai suonato perché quando venne
costruita, esattamente nel 1733, ci fu un incendio e la campana rimase sepolta.
Nel 1836 molti soldati la tirarono fuori e un pezzo della campana si ruppe e
per questo motivo non ha mai suonato.
C’è un’altra campana molto famosa perché ogni volta, al
tramonto, suona 100 rintocchi in memoria dei caduti nella guerra.Questa campana è
fatta con cannoni che vennero fusi per costruirla.
Papa Pio XI premiò questa fonderia per aver costruito a
Pompei delle campane per la basilica e
siccome non c’erano i mezzi di oggi dovettero spostarsi gli operai.
I diversi forni possono essere :
·
A legna per campane molto grandi come quella del Giubileo
·
A gas: per campane di piccola grandezza
Le campane che vengono
realizzate in questa fonderia sono in tutto il mondo: Guinea, Giappone, Indonesia,
Costarica……
Questa fonderia sta
costruendo delle campane da portare all'Expo di Milano.
Dopo aver visitato il
museo siamo usciti e chi aveva intenzione di acquistare qualche ricordo è
entrato in un piccolo negozio.
Saliti sul pulmino
abbiamo mangiato e siamo ritornati felici di aver visitato una fonderia di
campane.
Oggi, 26 Maggio le due quarte della
scuola elementare di Trivento sono andate in visita ad Agnone alla Fonderia
Marinelli.
Alle 8:20 i nostri genitori ci hanno
accompagnati a scuola e prima di partire, dato che avevamo ancora un po’ di
tempo, abbiamo ripassato matematica con il maestro Nino.
Verso le 9:00 la signora Maria Carmela
ci ha avvisato dell’arrivo degli scuolabus, così abbiamo preso il giubbino e lo
zaino e ci siamo recati verso l’uscita.
Io e Maria abbiamo preso posto in
prima fila, dato che soffriamo di mal d’auto, e quando tutti sono saliti a
bordo, l’autista ha chiuso la portiera e siamo partiti per Agnone.
Durante il tragitto io e Maria
abbiamo prima giocato a: sasso, carta, forbice divertendoci tantissimo e subito
dopo abbiamo ascoltato la maestra che ci ha spiegato quale strada stavamo
percorrendo, i fiumi che vedevamo e i segnali stradali.
Dopo circa un’ora siamo arrivati ad
Agnone e lo scuolabus ci ha fatto scendere davanti alla Fonderia.
Tutti i miei amici hanno preso dagli
zaini, che abbiamo dovuto lasciare sul pulmino, un bloc-notes per appuntare le
notizie da ricordare; ma io e Maria come “due sbadate” ce li siamo dimenticati e
quindi abbiamo fatto un grande sforzo di memoria a ricordarci tutto a mente.
Ci siamo recati verso l’entrata
della fonderia, già all’esterno mi è piaciuta particolarmente perché è piena di
campane grandi, medie piccole tutte colorate, ci sono dei bellissimi alberi e
l’edificio è grandissimo ed anche la pittura esterna ha un bellissimo colore.
Ci è venuto ad accogliere un signore che ci ha fatto entrare e ci ha
condotto in una stanza munita di un televisore, dove abbiamo preso posto e
visto un filmato sulla fonderia e sulla lavorazione delle campane .
Finito il video siamo saliti al piano superiore, dove la nostra guida ci
ha spiegato le fasi di lavorazione per
realizzare delle campane artigianali.
Dopo ci ha portato a visitare il museo dove abbiamo visto tantissime
campane tra cui, a mio parere, una stupenda realizzata con paglia e milioni di
chicchi di grano uniti assieme, delle campane rotte di cui una colpita da un
fulmine, l’altra da un proiettile.
Infine siamo scesi giù in laboratorio ad ascoltare il bellissimo concerto
delle campane, la guida ha detto che
stavano realizzando un Cristo e della campane per l’Expo di Milano.
Dopo la spiegazione il signore ci ha pregati di allontanarci da lui perchè per suonare le campane avrebbe tenuto in mano un martello quindi ci siamo messi in cerchio ad ascoltare la melodia di: San Martino Campanaro, Jingle Bells e l’inno dell’Italia.
Finito di suonare abbiamo fatto l’applauso e ringraziato la nostra guida.
Prima di lasciare la fonderia siamo andati in un negozio dove si
compravano dei ricordi.
Purtroppo io e Maria non avevamo
soldi e volevamo comprarci qualcosa, ma il gentilissimo maestro Nino ci ha dato
una moneta da 1 euro e ci siamo comprate 3 stupende cartoline e abbiamo
ringraziato il maestro.
Dopo che tutti avevano scelto qualcosa di ricordo, siamo saliti sullo
scuolabus per tornare a scuola.
Lungo la strada del ritorno abbiamo fatto ricreazione, visto che eravamo
affamati come lupi.
Quando siamo arrivati a scuola ho detto a Maria che era stata una bellissima uscita didattica anche un po’ emozionante pensare che quella fonderia è una delle più importanti al mondo.
Grazia
Oggi 26 Maggio 2015 con la mia classe mi sono recata
ad Agnone nella fonderia pontificia Marinelli. Siamo partiti da scuola alle
9:10 con l'autobus. Lungo il tragitto io mi sono seduta vicino a Irene dietro
dietro e abbiamo giocato all'impiccato e
a molti altri giochi. Siamo passati sulla Trignina e sulla fondovalle del
Verrino. La maestra ci ha fatto molte domande sui fiumi per vedere se ci
ricordavamo le cose studiate. Verso le
9:45 siamo arrivati ad Agnone.
Siamo scesi dall'autobus e siamo subito corsi davanti al portone della
fonderia . La maestra ci ha spiegato che la fonderia pontificia Marinelli è stata
benedetta da Papa Giovanni Paolo II. Poi
ha aggiunto che la fonderia era stata ferma e non ha lavorato per due periodi:
nel 1950 ci fu un incendio e durante la seconda guerra mondiale i Tedeschi se
ne impossessarono e presero il bronzo per fare le armi. Una guida ci ha fatto accomodare
su delle sedie bianche per vedere un
filmato per farci un' idea di quello che avremmo visto. Io prendevo appunti per
fare poi una piccola rivisitazione.Dopo aver visto il filmato, il signore che ci guidava
ci ha detto che dovevamo andare al piano di sopra e ci dovevamo accomodare su
delle panche perché lui ci avrebbe spiegato tutte le fasi per creare una
campana. Subito ha cominciato a spiegare. La prima fase della costruzione di
una campana è realizzare una struttura di mattoni che poi viene ricoperta di
argilla che in seguito viene allisciata con un aggeggio che gira intorno alla
sagoma. Questa figura viene chiamate anima.
Successivamente la sagoma viene ricoperta dalla falsa campana, una
struttura che assomiglia alla campana,
ma non è la definitiva. Su questa falsa campana vengono messi dei disegni fatti
con la cera che si fanno mettendo la cera fusa in uno stampo. Poi viene tolta
dallo stampo e viene applicata sulla falsa campana. Successivamente viene
ricoperta da uno strato di argilla che si chiama mantello. Dopo viene fatto il manico con la cera, sopra ci sono tre buchi di cui due sono per far entrare l'aria per non far fare
le bolle, invece il buco centrale serve per far andare il bronzo tra lo spazio
che rimane tra la falsa campana e il mantello. Quella è la campana. Con il
martello poi viene tolto il mantello e la struttura di mattoni. Così si è
creata una campana. Siamo andati nel museo e la guida ci ha fatto vedere una
fotografia in cui è raffigurata la più grande campana del mondo che ha un pezzo
rotto a causa di un incidente che ha fatto cadere la campana in un fosso e,
mentre la stavano tirando su, si è rotto un pezzo. Questa campana si trova a Mosca.
Mentre proseguivamo, l'esperto ci ha fatto osservare una campana fatta di paglia
e grano costruita a Ielsi in occasione
di una festa. Le campane di Agnone si trovano in Cina, in Giappone, in
Indonesia....
Dopo aver visto il museo siamo scesi in fonderia. Il nostro sguardo si è
subito concentrato su una statua di Gesù che doveva essere ancora finita. La
guida a quel punto ci ha fatto ascoltare un concerto di campane fatte proprio
da lui.
Ha continuato spiegandoci che c'erano due forni uno a legna uno a gas.
Quello a gas riesce a fondere poche tonnellate di bronzo invece quello a legna
riesce a fonderne molto di più. Dopo averci detto quest,o la guida ci
ha salutato e ci ha informato che potevamo comprare delle cartoline e dei
souvenir. Alcuni di noi hanno acquistato delle cose e dopo alcuni minuti siamo
ripartiti per Trivento. Appena siamo saliti sul pullman abbiamo cominciato a
mangiare. Il tempo sembrava un fulmine perché siamo subito arrivati. Nell'ora
che ci mancava abbiamo raccontato oralmente la nostra esperienza. Arrivata
l'ora dell'uscita ci siamo messi in fila e siamo tornati a casa. Così finisce
la mia esperienza ad Agnone.
Maruska
Oggi 26 maggio, noi della classe
quarta B, abbiamo effettuato una gita didattica diverse dalle altre, che erano
tutte destinate a musei e teatri, invece questa volta ci siamo recati alla
Fonderia Pontificia Marinelli ad Agnone. Abbiamo percorso per un tratto la
Trignina, Poi abbiamo imboccato la valle del Verrino, che si trova sotto il
ponte di Bagnoli ,la valle prende questo nome perché sotto di esso ci scorre un
fiumicello. L’ingresso della cittadina mi ricordava una Campobasso
rimpicciolita. Arrivati davanti alla bottega delle campane la maestra ha
approfondito dicendoci che questa fabbrica non ha mai smesso di lavorare,
tranne nella Seconda Guerra Mondiale quando divenne quartiere generale dei
nazisti perché veniva utilizzato il loro bronzo per la costruzione di armi. Una seconda
volta nel 1950 a causa di un incendio che provocò danni irreparabili e furono costretti a cambiare sede. .Addentrandoci
nella bottega il maestro campanaro ci ha mostrato un filmato sulla costruzione
delle campane, era un po’ difficile da capire perché venivano usati termini complessi. Qui ci è
stato spiegato il processo di costruzione delle campane. L’anima
della campana è costituita da mattoni refrattari ed argilla. Vengono messi
alcuni strati di argilla e creta sopra l’anima così si va a formare una campana
provvisoria detta anche “Falsa campana”. Successivamente da un calco di gesso
vengono ricavati i fregi, i decori della campana. Essi vengono impressi all’ interno del mantello con della cera. Il
mantello è formato da strati di argilla .Nello spazio lasciato tra la “Falsa
campana” e il mantello viene versata la
colata di bronzo: l’apice del processo di costruzione della campana ,questa
fase viene effettuata in presenza di un parroco e, all’urlo di Santa Maria,
vengono aperti i forni e comincia la colata. Dopo di ciò viene rimosso il mantello e i maestri campanari riescono a vedere i fregi e la cera sciolta . In seguito vengono distrutte l’anima e la falsa campana. Abbiamo proseguito il nostro tour nel museo delle campane . Qui ci è stato spiegato che durante la prima Guerra Mondiale venivano usate campane per costruire cannoni.Come simbolo di pace in Trentino costruirono una campana, che al tramonto suona cento rintocchi per ogni morto e disperso nella Grande Guerra .Il riconoscimento di bottega pontificia è stato assegnato da Papa Pio XI perché gli artigiani si sono recati personalmente nel monastero di Pompei per costruire le campane . Ma l’emozione più grande è stata provata quando Papa Giovanni Paolo II si è recato a visitare la fonderia. Inoltre un momento importante è stato anche quando Papa Benedetto XVI ha richiesto le campane per L’anno giubilare. Poi ci siamo recati in una sala dove ci hanno mostrato i vari tipi di rottura delle campane. Ci hanno illustrato come una campana è stata colpita da un fulmine ,fatto che è successo a Trivento; un’altra che durante la guerra è stata perforata da colpi di proiettile e infine un’ altra caduta per il terremoto. Molto divertente alla fine del percorso è stato il concerto di campane che ci ha salutato con i brani dell’Inno d’Italia, Fra Martino Campanaro e Jingle Bells. Ho fatto tesoro di questa esperienza imparando che le campane non sono solo strumenti ,ma anche note musicali. Non avrei mai immaginato il lavoro immane che si nasconde dietro la costruzione delle campane.
Vincenzo
vengono aperti i forni e comincia la colata. Dopo di ciò viene rimosso il mantello e i maestri campanari riescono a vedere i fregi e la cera sciolta . In seguito vengono distrutte l’anima e la falsa campana. Abbiamo proseguito il nostro tour nel museo delle campane . Qui ci è stato spiegato che durante la prima Guerra Mondiale venivano usate campane per costruire cannoni.Come simbolo di pace in Trentino costruirono una campana, che al tramonto suona cento rintocchi per ogni morto e disperso nella Grande Guerra .Il riconoscimento di bottega pontificia è stato assegnato da Papa Pio XI perché gli artigiani si sono recati personalmente nel monastero di Pompei per costruire le campane . Ma l’emozione più grande è stata provata quando Papa Giovanni Paolo II si è recato a visitare la fonderia. Inoltre un momento importante è stato anche quando Papa Benedetto XVI ha richiesto le campane per L’anno giubilare. Poi ci siamo recati in una sala dove ci hanno mostrato i vari tipi di rottura delle campane. Ci hanno illustrato come una campana è stata colpita da un fulmine ,fatto che è successo a Trivento; un’altra che durante la guerra è stata perforata da colpi di proiettile e infine un’ altra caduta per il terremoto. Molto divertente alla fine del percorso è stato il concerto di campane che ci ha salutato con i brani dell’Inno d’Italia, Fra Martino Campanaro e Jingle Bells. Ho fatto tesoro di questa esperienza imparando che le campane non sono solo strumenti ,ma anche note musicali. Non avrei mai immaginato il lavoro immane che si nasconde dietro la costruzione delle campane.
Vincenzo
Questa mattina, alle 9.00 circa, siamo partiti con lo scuolabus,accompagnati dai nostri insegnanti e ci siamo recati ad Agnone per visitare la “Pontificia Fonderia Marinelli”.
Abbiamo percorso la Fondovalle del Trigno e la Fondovalle del Verrino e, dopo un breve viaggio, siamo arrivati a destinazione.
La prima tappa è stata la visita al museo della fonderia dove, un signore, gentilmente, ci ha fatto vedere un filmato e ci ha fornito tante informazioni sulla nascita delle campane.
La Fonderia Pontificia Marinelli è nata circa 1000 anni fa.
Purtroppo, durante la seconda guerra mondiale, la fonderia dovette sospendere la sua attività, perché era stata occupata dalle truppe tedesche che la utilizzarono come Quartier Generale e requisirono tutte le campane, perché il bronzo veniva utilizzato per la costruzione delle armi.
Nel 1950, a causa di un incendio, la fonderia si trasferì alla periferia del paese.
Dopo aver guardato il filmato che parlava della campana del Giubileo, siamo saliti al secondo piano, dove abbiamo ricevuto informazioni sulla campana più grande del mondo e su quella di Jelsi, fatta di grano; inoltre, il signore, ci ha parlato delle campane dedicate al Papa, in particolare a Pio XI che, nel 1924, concesse alla famiglia di raffigurare lo stemma pontificio, perchè la fonderia aveva realizzato le campane di Pompei.
Successivamente, ci è stato spiegato come vengono trasportate le campane, che arrivano addirittura in Giappone, Nuova Guinea, ecc.
Poi ci siamo spostati in fonderia e qui ci sono stati descritti i forni, che possono essere a legna o a gas e le buche dove vengono sepolte le campane per la colata di bronzo.
Sono rimasto tanto incuriosito al sentire il concerto di campane e vedere i forni accesi.
Poi, dopo aver comprato delle cartoline o delle piccole campane, ci siamo recati sul pulmino, abbiamo mangiato la merenda e siamo ripartiti per Trivento.
Procedimento per realizzare una campana:
1. Realizzare l’anima della campana con mattoni, aiutandosi con una sagoma di legno;
2. Ricoprire l’anima con l’argilla in modo da ottenere una falsa campana, che ha già lo spessore di quella finita;
3. Rivestire la falsa campana con un altro strato di argilla, in modo che si crei un mantello;
4. Quando la campana ha quasi assunto la forma definitiva, bisogna togliere il mantello e rompere la falsa campana rimettendo il mantello, in modo da ottenere un piccolo spessore vuoto;
5. Seppellire la campana e riempire la buca di bronzo fuso, in modo che entri nello spessore tra l’anima ed il mantello;
6. Infine, dopo che il bronzo si è raffreddato, togliere il mantello per ottenere la campana definitiva.
A Pasqua mi hanno regalato
il coniglietto di cioccolato, al collo aveva una graziosa campanella, l’ho
presa in mano e mi sono chiesta:<< Chissà come si costruisce una
campana?>>. Oggi 26 maggio 2015, l’ho scoperto.
Insieme alla mia classe
siamo andati ad Agnone (paesino in cui sono nata), alla Fonderia Pontificia
Marinelli. Nel 1924 Papa Pio XI, come riconoscimento del lavoro effettuato
dalla fonderia, la insignì del titolo “Fonderia
Pontificia Marinelli”.
E’ una bottega artigianale
dove da più di mille anni, si costruiscono campane, la più grande si trova in
Russia, a Mosca, sfortunatamente non ha mai suonato, perché a causa di un
incendio, cadde dall'impalcatura e sprofondò nel terreno, dove rimase sepolta
per cento anni. Seicento soldati la riportarono in superficie, ma non era
intera una parte era staccata, perché l’impatto con le rocce fu violentissimo.
Le campane sono state vendute in Cina, Indonesia, Giappone, Gerusalemme, New
York e nel resto del mondo. Negli ultimi anni sono le campane a raggiungere le
destinazioni, molti anni fa, erano gli artigiani della fonderia che si recavano
nei luoghi e le costruivano sul posto. La fonderia Marinelli costruisce campane
da più di trenta generazioni, lo fanno in modo artigianale e rispettando la
tradizione. Costruiscono una struttura in mattoni refrattari chiamata anima,
attorno alla quale creano la falsa campana di argilla. La cospargono di cera e
la riempiono di fregi ottenuti dalla colata di cera calda in stampi di gesso,
lavorati a mano. Viene ricoperta di nuovo da tanti strati di argilla che le
formano un mantello. All'interno c’è un fuoco alimentato di continuo dal
carbone. Una volta raffreddato il mantello viene aperto a metà e tolta la falsa
campana. Il mantello viene rimesso al suo posto e interrato, per evitare che
subisca spostamenti. Tra esso e lo stampo si crea uno spazio, all'interno del
quale verrà colato il bronzo fuso a 1200 gradi, composto dal 78% di rame e 22%
di stagno, che farà sorgere la vera campana. Il mantello verrà distrutto
completamente per permettere alla campana di liberarli da esso. La cosa più
importante per una campana è sicuramente il suo suono, solo degli esperti
possono valutare se è corretto, o meglio ancora se è in NOTA, ossia se ha
passato il collaudo.
Io non so se sono stata
brava a raccontare come nasce una campana, di sicuro la persona che ci ha
accolto e spiegato queste cose è stata bravissima. Ci ha raccontato tantissime
altre curiosità, che io non scriverò, perché vorrei che tutti andassero a
visitare questa bottega, ne vale veramente la pena.
Pensavo che la parte più
bella della giornata sarebbe stato il viaggio, a scherzare e giocare con i miei
amici, invece ho imparato che dietro a degli oggetti apparentemente semplici
come le campane, c’è un duro e faticoso lavoro. Un po’ mi dispiace sapere che
in alcune chiese, le campane sono state sostituite di nastri registrati, forse
in questo caso la tecnologia è intervenuta nel modo sbagliato.
Fino ad oggi quando
sentivo le campane, di una chiesa, non davo importanza, da oggi in poi alzerò
lo sguardo al campanile e mi auguro di vedere una campana che dondola.
Irene
Oggi 26
maggio, con la mia classe, mi sono recato ad Agnone per vedere la
fonderia “Marinelli” fondata da oltre mille anni.
La fonderia produce campane conosciute a livello
internazionale e fabbrica anche statue.
Le campane
erano già conosciute dai Cinesi, da noi comparvero più tardi.
Papa Pio XI premiò
la fonderia insignendola del titolo
“Pontificia “perché realizzò le campane a Pompei, ma non le fusero ad Agnone,
ma nella città campana .
Tra l’altro
la fonderia è diventata “Patrimonio dell’umanità” grazie all’ Unesco.
Alle nove
precise la Signora Maria Carmela ci ha avvisato che il pulmino era già
arrivato. Ci siamo messi in fila e ci siamo avviati; tutti ci dicevano: ”Fate i
bravi, godetevi questa uscita!”
Siamo saliti
sullo scuolabus ed io mi sono seduto
vicino al mio amico Federico. Durante il
viaggio abbiamo giocato a vari giochi. Abbiamo percorso la “Trignina” sotto la
quale scorre il fiume Trigno e la fondovalle del Verrino.
Passato un
alto ponte finalmente, in lontananza, abbiamo scorto il paese.
Il mezzo
scolastico ci ha fermato davanti alla fonderia Marinelli.
In seguito,
la maestra, ci ha raccontato che durante la seconda guerra mondiale, i Tedeschi
la sequestrarono per il bronzo e nel 13 marzo del 1950 ci fu un pericoloso
incendio che provocò anche un morto, un
operaio nell’opera di spegnimento.
Piano piano
ci siamo avviati e una guida ci ha invitati a sedere per vedere un filmato che
parlava della costruzione delle campane e della visita di Papa Giovanni Paolo
II.
Il maestro
campanaro ci ha spiegato che, per costruire la campana, ci vogliono circa tre
mesi. Con la tecnica del bassorilievo, un artigiano realizza dei fregi che
hanno una lavorazione a parte, fatta a
mano utilizzando la creta, in seguito bisogna fare un calco in gesso dove viene
applicata della cera fusa. Dopo si riscalda il tutto e in cima alla campana
falsa, si inserisce della brace che
scioglierà la cera così le impressioni dei fregi rimarranno
in negativo.
Dopo aver sollevato il mantello, dentro si
noteranno tutti i fregi in negativo. Rimettendolo
a posto si scorgerà un foro ed è lì che nascerà la
campana, nel punto in cui verrà colato il bronzo fuso. Il bronzo, come sappiamo,
non è un materiale che si trova in natura, ma è una lega formata da 22 parti di
stagno e 72 di rame. Così tanto stagno rende rigida la campana.
Quando bisogna far colare il bronzo fuso, c’è sempre un parroco che, nel momento in cui esclama “Santa Maria”, un operaio fa colare tutto il bronzo fuso con
un bastone.
Per eseguire
una fusione bisogna realizzare una forma.
Poi ci siamo
spostati nel museo e il maestro ci ha spiegato che i tre pezzi principali sono
l’anima, la falsa campana e il mantello. L’anima è l’interno della campana e la struttura è fatta di
mattoni e viene ricoperta d’argilla. Poi c’è la falsa campana ed è la campana
provvisoria e il terzo pezzo è il mantello che riveste la falsa campana. Il
mantello è fatto d’argilla e quindi bisogna romperlo con il martello. In base
al diametro cambiano le caratteristiche. La più grande campana del mondo è quella
posta a Mosca che ha una particolarità:
un pezzo è rotto.
Il campanaro
ha aggiunto
che la
campana cadde da un’ impalcatura e andò a finire in una fossa e lì rimase per
almeno 100 anni.
Nel 1800
circa, mentre dei soldati tentavano di
tirarla fuori, cadde ed un pezzo si
spaccò, quindi la campana non ha mai suonato.
La guida ci
ha chiesto” Cosa c’entrano le campane con la guerra?” e poi ha aggiunto che le
campane durante la guerra venivano fuse e diventavano cannoni.
Arrivati
quasi alla fine del museo, l’addetto ci
ha mostrato i motivi delle rotture delle campane: colpi di fulmini, colpi di
pistola o fucile………
Poi siamo
arrivati vicino alla statua del beato Papa Giovanni Paolo II e l’abbiamo osservata. Le campane sono state
vendute anche in Paesi asiatici tra questi c’è la Cina, l’ Indonesia…
Il campanaro
ci ha guidati, poi, nella fonderia dove fondono le campane e ci ha spiegato che
ci sono due tipi di forni quello a legna e quello a gas.
I due forni
hanno la stessa grandezza, però il forno a legna può contenere una maggiore
quantità di metallo.
Inoltre il
laboratorio è stato invitato a partecipare all’EXPO di Milano e quindi stanno preparando
una campana per l’evento.
L’ artigiano
ci ha fatto sentire tre melodie “San Martino, jingle Bell e l’inno di Mameli ”
Ha preso un
grosso martello e ci ha fatto indietreggiare di qualche passo.
Ha
cominciato a battere l’arnese contro le campane e loro facevano un gran rumore.
Ad un certo
punto il rumore è finito e gli abbiamo regalato un applauso , ci ha salutati e
ce ne siamo andati.
Chi voleva,
poteva recarsi nel piccolo negozio dove si comprano campane piccole o grandi e
cartoline.
Nicola Iocca
mi ha prestato un Euro per comprare una cartolina. Il commesso me l’ ha regalata
ed ho ridato i soldi al mio amico. Noi siamo tornati al pullman e la maestra ci
ha consentito di mangiare.
Durante il
viaggio di ritorno abbiamo giocato a catena di nazioni e di città italiane.
Però dopo
una mezz’ora siamo tornati a scuola ed
abbiamo parlato della giornata passata ad Agnone.
La maestra
ci ha chiesto come era stata per noi la giornata e noi abbiamo risposto che ci
era piaciuta molto.
Dopo pochi
minuti abbiamo cantato” Scuola Rep, Metti la canottiera no!”
Dopo una
ventina di minuti siamo usciti da scuola ed io ero contento per la giornata
trascorsa.
Prima non davo molta importanza ai campanili, ma con
questa esperienza ho capito che dietro un banale strumento c’è un faticoso
lavoro.
Matteo
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