venerdì 27 febbraio 2015

L'arte racconta .................la realtà!

Splendide riproduzioni realizzate dalla piccola Sofia



Jane Wooster, Central Park Contrast

Sofia




Jane Wooster Scott, Moonlight funning


Sofia

 E adesso, osservando i dipinti, entriamo nei 
paesaggi raffigurati..................


Una splendida giornata

È arrivato l'inverno!Stamattina, appena Giulia ha aperto le finestre ha notato il fiume che si è trasformato in uno specchio ghiacciato e anche la ruota del mulino ha smesso di girare.
-Idea!- ha esclamato Giulia e poi ha aggiunto :-Sarà un vero divertimento!-
È corsa in camera sua a vestirsi e, nel suo zainetto, ha messo i suoi pattini rosa, anche se non è molto brava a pattinare. Appena è uscita, davanti ai suoi occhi si è presentato un magnifico e splendido paesaggio.Ha osservato, attorno a sé tantissimi alberi alti e innevati, carrozze trainate da maestosi cavalli e si sentiva lo scalpitio degli zoccoli sul ghiaccio. La giornata era serena con un sole caldo in un cielo azzurro, privo di nuvole. Ha visto in lontananza bambini che si rincorrevano pattinando sul fiume ghiacciato, urlando di gioia. Ha notato, alla sua sinistra, un piccolo chiosco in cui si vendeva la cioccolata calda e tutti passavano di lì prendendosene un bicchiere. Nell'aria si sentiva un profumo gradevole. Giulia ha infilato i suoi pattini e, con molta cautela, ha iniziato a pattinare, ma d'un tratto è caduta battendo il ginocchio. La bambina ha incominciato a piangere ed è corsa dentro casa. Suo padre ,vedendola arrivare dolorante per l'accaduto, si è offerto di aiutarla. Quindi sono tornati fuori e pian piano il padre le ha insegnato a tenersi in equilibrio e, in pochi minuti, Giulia ha imparato a pattinare da sola. In seguito ha incontrato una sua amica la quale stava cercando qualcuno che la potesse aiutare a fare un bel pupazzo di neve. Giulia, molto entusiasta, le si è avvicinata e così hanno realizzato un fantastico pupazzo molto alto. Alla fine la mattinata è volata in un soffio ed era già ora di pranzo perciò Giulia ha salutato Giorgia, la sua amica, e si è recata con suo padre a casa dove la madre li aspettava per gustare un'ottima pasta al ragù.  
      
                                                                                                                Nino

                                                       L' inverno in allegria

E' arrivato l'inverno!
Stamattina, appena Giulia ha aperto le finestre, ha visto un meraviglioso paesaggio innevato. Ci sono molti bambini che si divertono a pettinare sul ghiaccio, altri che costruiscono pupazzi di neve, dei bambini che scendono giù da una collina con uno slittino, delle persone che cantano in coro canzoni di Natale, alcune carrozze trainate da cavalli e un bar dove prendere qualcosa di caldo da mangiare. Giulia ha udito anche molti rumori: il vento che soffia, i pattini che scivolano sul ghiaccio e le vocine dei bimbi felici di pattinare.
Il fiume si è trasformato in uno specchio ghiacciato e anche la ruota del mulino si è fermata e da un lato scende una splendida cascata ghiacciata. - Idea! - ha esclamato Giulia, poi ha aggiunto - Sarà un vero divertimento! - 
Giulia ha deciso di uscire fuori e di divertirsi. Si è vestita molto pesante visto che fuori fa freddo. Ha indossato un maglione rosa, una felpa blu, un giubbino viola, un paio di collant bianchi, un cappello arancione con il pon-pon rosso e una sciarpa tutta colorata. Ha calzato un paio di stivali neri. Finalmente pronta, è uscita tutta contenta. Appena fuori, si è recata in un negozio dove ha comprato dei pattini. È andata subito sul ghiaccio per provarli, ma dopo un po' è scivolata ed è caduta. Si è fatta un po' male, tuttavia pian piano si è rialzata e ha continuato a pattinare. Ha iniziato a fare delle piroette e delle piccole giravolte. Stanca di pattinare ha deciso di fare un bel giro in carrozza per rilassarsi. Finito il giro ha realizzato un bellissimo pupazzo di neve con la sua amica Stella. Successivamente ha raggiunto il piccolo coro con cui ha cantato Merry Christmas. Infine ha notato un  cane annoiato e ha deciso di afferrare un palla e di giocarci. Dopo si è recata nel chioschetto dove ha preso posto e ha ordinato un tè con dei biscotti. Più tardi è tornata a casa perché era stanca, qui si è addormentata sul divano davanti al caminetto acceso.

                                                                                                       Sofia

                              Una giornata bellissima

È arrivato l’inverno !!
Stamattina, appena Giulia ha aperto le finestre ha subito notato uno splendido paesaggio innevato pieno di persone che pattinavano, un signore che distribuiva hot dog e cioccolata calda, tre grandi carrozze trainate da splendidi cavalli e degli alberi pieni di neve e spogli che sembravano delle persone con dei vestiti bianchi.
Il fiume si era trasformato in uno specchio ghiacciato e anche la ruota del mulino era ricoperta da neve e ghiaccio che brillavano.
“Idea” ha esclamato Giulia e poi ha continuato:”Sarà un vero divertimento”
Così Giulia si è vestita con una tuta da neve, un cappello con un pon-pon ed un giubbotto molto pesante.
Poi ha preso  dalla scarpiera due pattini, con le lame lucide che sembravano nuove di zecca ed un paio di stivali da neve.
Ha calzato gli stivali ed è scesa dalle scale; per un breve periodo di tempo non ha sentito nessun rumore ma, appena ha aperto la porta, la gente era molta di più, infatti il lago ghiacciato era pieno di “pattinatori inesperti” che cadevano appena sfioravano una persona.
La bambina ha infilato i pattini e si è fatta strada con le mani come se fosse nella giungla.
Giulia era contentissima perché  le sue migliori amiche, Anna e Chiara, le avevano insegnato a pattinare come una professionista e, mentre la pista non era molto affollata, hanno iniziato a fare dei piccoli saltelli.
Purtroppo, quando si era fatta quasi sera, Giulia ha sentito la bellissima voce della mamma Malika che diceva: “ Giulia, si è fatto tardi, devi tornare a casa”.
La bambina, tutta contenta della splendida giornata, è tornata a casa e la notte ha sognato tutte le cose belle che aveva fatto il giorno prima.

                                                                                                                                 Giuseppe

                                                                                                    

giovedì 19 febbraio 2015

La Grande Muraglia Cinese



Di grande utilità per approfondire la conoscenza dei Popoli del lontano Oriente.

giovedì 12 febbraio 2015

Trivento: il nostro paese


Maschere d' Italia


Guamodì Scuola: La geografia con le maschere di Carnevale

Guamodì Scuola: La geografia con le maschere di Carnevale


Tempo di .........................straordinarie avventure!

Raccolta di racconti avventurosi nati dalla fervida immaginazione degli alunni della classe IV B

                                    Avventura in Siria


Grazia




A Miami viveva un  bambino ricco di nome Sammy.
Era intelligentissimo, astuto, coraggioso e gentile.
Il suo sogno nel cassetto era quello di diventare scrittore, avrebbe voluto studiare legge in scuole e in università famose e prestigiose.
I soldi però non fanno la felicità come si dice.
La madre, a cui voleva molto bene, era morta in un incidente, il padre invece era  un riccone che pensava solo ai soldi, a girare il mondo e concludere affari con sceicchi, capi di stato, politici e uomini potenti.
Un giorno, dopo esser tornato da un viaggio in Italia dove aveva incontrato Renzi, disse al figlio:
<<Non aprire bocca, non protestare domattina si parte per la Siria, prepara le valigie! Magari ti compro un bel telefono.>>Sammy scosse la testa, non gli erano mai piaciuti i ricatti.
Verso le quattro di mattina il bimbo venne svegliato da un maggiordomo di colore.
Dopo dieci minuti, sorvegliato dalle guardie che l’avrebbero accompagnato, il padre era già salito sull'aereo personale che attendeva ad un  chilometro di distanza dalla sua casa.
Salì sul piccolo aereo e si sedette dietro al padre.
Dopo un paio d’ore le ruote toccarono la terra siriana.
L’aeroporto era situato nel centro di una grande città e non ci misero molto ad arrivare in albergo con la loro limousine nera.
Nel primo pomeriggio uscirono dall'hotel molto lussuoso per incontrare un famoso e ricco sceicco.
Bloccata da due auto dietro, due avanti , due a sinistra , due a destra, la macchina  che conteneva Sammy e il padre  German  Denis  si ritrovò nel bel mezzo di un attentato di Al Qaeda. Sammy ricordò subito l’attentato dei fratelli Ouachi alla redazione di Charlie Hebdo  e pensò all’accaduto.
Presto gli si chiusero gli occhi e sentì qualcuno  che lo prese in braccio, il cuore cominciò a rallentare.
Prima di svenire vide il maggiordomo Kebab Còùlibalyi che lo afferrò. Poi non capì più nulla.
 Si risvegliò due giorni dopo in un arido deserto della Siria, con lui c’erano Kebab che piangeva e un cammello marrone.
Il ragazzo spaventato chiese all’uomo:
“ Ma papà dov’è? Non sarà mica…………”Il giovane rispose:
“No, no….no… non ti preoccupare…….é solo che i terroristi hanno rapito papà…..sentiti fortunato perché loro volevano te. Hanno lasciato un biglietto che dice:
-Non abbiamo cattive intenzioni……A meno che non paghiate il riscatto di “12” milioni entro una settimana. LASCIATE LA SOMMA DI DENARO vicino all’ albero 49ab24 nel deserto nel sud-est del paese. 
 “Avranno sicuramente scritto il codice sull’albero” Ipotizzò il figlio dell’uomo d’affari.
Il maggiordomo esclamò:
“ Comunque decidi tu se pagare il riscatto, i soldi li ho portati” Indicò poi quattro borse contenenti il denaro contanti, quasi 70 milioni.”
Sammy non ci pensò due volte:
“ Ma è meno di un quinto, con una di quelle borse ce la facciamo!” Bevvero un sorso d’acqua.
Ovunque vi erano vipere, lucertole e insetti immobili sulle pietre.
Sammy e l’amico mangiarono dei fichi e , ignorando un attimo i serpenti, intravidero  le orme di una volpe del deserto che forse conduceva ad un pozzo, sparirono però  d’un tratto.
La mattina seguente, dopo aver passato una nottata gelida,  Sammy vide un segno rosso su un albero e lesse: 49AB24! Ce l’avevano fatta!  Lasciarono una borsa e decisero di dormire lì e il mattino successivo……………Sammy si risvegliò e accanto a lui vide i il padre e il maggiordomo che lo osservavano.
Si abbracciarono e da quel giorno il padre gli volle sempre bene e diventò un uomo umile e amichevole.
Da quel momento non andarono più in posti pericolo.

                                                                                                                  Federico
Francesco si salva!

In un’isola sperduta in mezzo al mare, dopo un naufragio, Francesco e il suo cagnolino Rudy si ritrovarono lì trasportati dalla corrente.
L’isola era piccolissima, ricoperta interamente da una sottilissima sabbia color oro, al centro c’era un’unica palma verde dal tronco altissimo e marrone, anche se i colori dominanti erano il blu dell’oceano e l’azzurro del cielo velato da leggere sfumature di bianco.
Nei primi giorni, non riuscendo a tornare sulla terra ferma, i due naufraghi furono costretti a cibarsi di frutti, poi Francesco imparò a catturare i pesci, ma dovette accontentarsi di mangiarli crudi perché non sapeva accendere il fuoco.
Tutte le sere i due andavano a dormire in un misero giaciglio costruito da Francesco: una foglia di palma enorme fungeva da coperta e da riparo del vento, mentre un mucchietto di sabbia faceva da cuscino.
Il vento ogni giorno soffiava forte e portava al largo tanti rifiuti che le persone gettavano in mare ma Francesco non poteva far altro che guardarli poiché si trovavano distanti da lui.
Una mattina, svegliati da una violenta tempesta, i due si ritrovarono in mare, Francesco allarmato si mise a gridare: “Aiuto! Aiuto! Riuscite a sentirmi? Aiuto!”.
Dopo qualche ora trascorsa in acqua galleggiando, Francesco notò da lontano una vecchia scatola di legno; rivolgendosi al cagnolino disse: “Andiamo a prenderla Rudy!”.
I due raggiunsero la scatola e ci s’infilarono dentro tentando di tornare verso l’isola, ma era tutto inutile, la corrente li portava sempre al largo, quando all’improvviso Rudy si trovò a fianco due grandi tubi che afferrò con i denti e li passò a Francesco.
Il bambino non capiva cosa ci doveva fare, poi il piccolo cane incominciò a muovere le zampe su e giù e Francesco capì che servivano a remare, così incominciò con tutta la forza che aveva in corpo, ma non riusciva ad andare avanti.
Dopo tanti tentativi finalmente il mare si calmò e Francesco decise di riprovarci, ma aveva perso il senso dell’orientamento, così osservò il punto dove sorgeva il sole, cioè est oppure levante, e si ricordò che la spiaggia era verso est e incominciò a remare in quella direzione.
Mentre Francesco remava Rudy raccoglieva tutti i rifiuti con la bocca e li depositava nella scatola in modo che quando sarebbero arrivati a riva li avrebbero depositati tutti da una parte.
Il bambino era esausto e dopo ore e ore di viaggio, con le ultime forze rimaste e con il fiatone, raggiunsero finalmente la terraferma: tutti e due erano salvi!
Anche il mare era salvo dall’inquinamento grazie al cagnolino Rudy!

                                                                                                                     Grazia

                                                   CHE AVVENTURA !


In Italia la mia classe è stata selezionata per partecipare a un esperimento: gli scienziati volevano scoprire quanta curiosità hanno i bambini. Insieme ai nostri maestri ci  hanno fatto entrare in una stanza, dove c’era una porta. Hanno chiesto ai nostri maestri di restare lì e a noi di proseguire. Abbiamo aperto la porta e siamo entrati in un’altra stanza, dove c’era un signore vestito di bianco che ci ha detto:<< Qui ci sono diverse porte colorate, sceglietene una ed entrateci. >> Tiziano gli ha chiesto:<< Possiamo entrare in gruppo o una alla volta?.>> Il signore ha risposto:<< Siete liberi di scegliere se andare da soli o in compagnia.>> Da subito ci siamo divisi in due gruppi. I maschi hanno scelto la porta blu e noi femmine quella verde. Siamo state catapultate nella giungla. Ci siamo guardate con occhi spaventati. Ognuna di noi aveva una preoccupazione diversa, per esempio, Maria:<< Secondo voi ci sono animali pericolosi?.>> Sofia:<< Come vorrei qualche dolcetto di mamma!.>> Gaia :<< Ma perché non ammirate le bellezze che abbiamo di fronte?.>> Maruska:<< Sembra il bosco vicino a casa mia, anche se ci sono piante che non ho mai visto.>> Chiara:<< Uuuuuh, guardate quell’uccello, è coloratissimo!.>> Grazia:<< Chissà, se rientriamo per l’episodio di Violetta?.>> Miriana ed io ci siamo guardate e ci siamo messe a ridere. Su un albero c’era un cartello che ci diceva di girare a destra, ma noi abbiamo fatto il contrario. Ci siamo trovate di fronte a uno spettacolo bellissimo, davanti a noi c’era una foresta tropicale. Nell’aria si sentivano tantissime scimmie e oranghi che gridavano, gli alberi e le piante erano di tanti tipi di verde, le foglie erano strane e grandissime. Sulla terra camminavano tantissimi insetti strani e anche questi erano grandissimi, i ragni erano pelosissimi. L’aria era piena di zanzare e anche di bellissime farfalle e naturalmente piena di api e vespe, c’erano così tanti fiori che emanavano un forte profumo. Noi non saremmo mai andate via, ma è venuto quel signore vestito di bianco che ci ha detto:<< LA GITA E’ FINITA!>>.
                                                                                                                                                                                                                                                                                               Irene

                                                                                           Marco lo sciatore

Uno sciatore di nome Marco, vista la bella giornata di sole, andò a sciare sulla montagna vicino a casa.
Non gli andava di sciare sulle normali piste, così decise di sciare fuori pista.
Si incamminò lungo un sentiero dove c’erano molti alberi e cespugli, pieni di neve.
Ad un certo punto, da un cespuglio uscì un orso bruno con i suoi cuccioli.
L’orso lo guardò fisso negli occhi, restò immobile per un secondo e poi si lanciò contro di lui.
Marco si levò velocemente gli sci e iniziò a correre più veloce che poteva e riuscì a salire su un pino.
L’orso iniziò a scuotere l’albero ma, fortunatamente, un ramo gli cadde in testa e scappò via con i suoi cuccioli. Finalmente Marco riuscì ad arrivare sulla montagna ed iniziò a sciare fuori pista.                                                
Ma una tempesta lo sorprese,  non vedeva più niente, iniziò a camminare nella neve, il tempo passava, iniziava a calare la notte, aveva molto freddo, era affamato e pensava di morire.
Solo all’alba l’elicottero del soccorso alpino lo avvistò: appena in tempo.
Così Marco tornò a casa.

                                                                                                                     
                                                                                              Umberto

                                               Storia di un naufrago


Wilson era un uomo che amava l’avventura e gli piaceva fare viaggi lunghissimi per scoprire nuovi mondi.
Il suo lavoro lo teneva sempre lontano dalla sua famiglia, ma lui lo amava perché gli permetteva di viaggiare in paesi lontani.
Un giorno gli recapitarono una lettera di lavoro, in cui c’era scritto che doveva recarsi alle Hawaii.
Wilson tutto contento si preparò, salutò sua moglie Clara e i suoi due bambini John e Robin e si recò in aereoporto.
L’aereo era di una società privata, salì a bordo e si sistemò per il lungo viaggio.
Mentre erano in volo sull’oceano Pacifico, un tornado investì l’aereo e lo fece precipitare in acqua.
Wilson riuscì ad aprire il paracadute e si ritrovò in mare, era stremato ma voleva salvarsi.
Con le ultime forze raggiunse la riva: era salvo.
Nei primi giorni si cibò di frutti poi imparò a cacciare i pesci, ma dovette accontentarsi di mangiarli crudi perché non sapeva accendere il fuoco.
Ogni giorno Wilson si spingeva all’interno dell’isola in cerca di cibo e di materiale per tornare dalla sua famiglia.
L’isola aveva una vegetazione molto fitta e molto rigogliosa, c’erano palme e piante sempreverdi, alberi da frutto come cocco e banane che Wilson  mangiava.
Era abitata  da molti animali per fortuna non troppo cattivi :  scimmie, uccelli, rettili e naturalmente pesci e molti insetti.
Nella parte a Nord dell’isola la vegetazione era quasi inesistente e affioravano molte rocce di colore rossastro.
Dal mare ogni giorno arrivavano resti dell’aereo perduto: scatole, valigie piene di vestiti e sedili staccati.
Wilson li recuperava, ci costruiva un riparo oppure li utilizzava per costruire una zattera galleggiante per tornare dalla sua famiglia.
Un giorno, mentre Wilson cercava di cacciare dei pesci, vide qualcosa di grosso che gli andava incontro, era uno squalo Tigre che lo stava assalendo, subito si mise ad urlare e a correre verso la spiaggia. Solo per un pelo aveva scampato il pericolo.
Ormai erano passati mesi, ma nessuno veniva a cercarlo, così un giorno decise di avventurarsi in mare con la sua zattera.
Dopo vari tentativi tornò sulla riva e capì che non ce l’avrebbe mai fatta con la sua piccola imbarcazione.
Si sdraiò a terra e iniziò a piangere, finchè sentì un rumore assordante, era un peschereccio che passava di là sulla sponda nord dell’isola.
Wilson si mise a correre e a gridare:<< Aiuto, sono Wilson, aiutatemi>>. Dal peschereccio si udì una voce:<< Wilson calma ti veniamo a recuperare>>.
Wilson tornò a casa, riabbracciò i suoi cari e da allora non fece più viaggi e rimase per sempre con la sua famiglia.  
                                                                                                                             Matteo     



Un incontro spaventoso

Un giorno Marco, un cacciatore abilissimo, decise di andare nella giungla a cacciare.
Arrivato, mise delle trappole per gli animali e si inoltrò nella giungla facendo molto silenzio e nascondendosi dietro i cespugli e gli alberi.
Nella giungla c’era molta vegetazione, era molto bella e rilassante si sentivano molti suoni come  il canto degli uccelli; gli alberi erano così alti e robusti che del cielo  si vedevano solo piccole parti.
A un certo punto vide una tigre che gli ferì una gamba, seguì il ruggito e la tigre finì nella trappola. Marco la portò a casa.
Infine Marco fece amicizia con la tigre e la lasciò andare, così ogni volta che va nella giungla la tigre lo protegge. 
                      

                                                                                              Angelo 


                                L'inganno di Rhum e Gyn

Un giorno, un capitano pirata, di nome Colb, rovistava nella stiva della nave, dove, oltre agli strumenti di difesa, c’era una specie di libreria.
Colb prese un libro, andò vicino al timone ed esclamò al resto del gruppo: “Rovistando nella stiva ho trovato un libro in cui vi è disegnata una mappa che ci condurrà al tesoro dei Sette Mari del sud”.
Alcuni marinai spiegarono le vele ed un forte vento li condusse nell’isola dov’era nascosto il tesoro.
Dopo due ore arrivarono e buttarono l’ancora notando che l’acqua era bassa.
Passarono un giorno solo a scavare e, dopo un lungo lavoro, il capitano Cobs annunciò la fine dell’ operazione.
Nella notte fonda, Rhum e Gyn, due marinai bugiardi, si alzarono per uno strano rumore, probabilmente proveniente dalle balene.
Appena scesero dalla nave si accorsero che solo un punto non era stato scavato: proprio quello sotto l’albero che indicava la mappa.
Così, rubando due pale appoggiate all’asta centrale, cominciarono a scavare e finalmente trovarono un forziere, decorato con pezzi di corallo, oro, argento ed in particolare con il simbolo dei sette mari del sud.
Quando l’aprirono, per vedere se era stato già rapinato da altri ladri, si stupirono: subito gli balzarono all’occhio le corone dei faraoni Cheope e Ramesse II; coperte dalle corone c’erano anelli di diamante, braccialetti di corallo e orecchini di perle.
Mentre ammiravano il tesoro, sentirono le voci degli altri membri  della ciurma, che si erano alzati presto per continuare un nuovo giorno di scavi.
Subito Rhum e Gyn, senza farsi vedere, presero una scialuppa e portarono via il forziere.
Intanto, i loro compagni d’avventura, ignari di tutto, continuarono a scavare, arrivando perfino a trovare l’acqua limpida.
Dopo tanto lavoro si resero conto che non esisteva nessun tesoro dei Sette Mari del sud e Cobs si arrabbiò molto e capì che non doveva fidarsi mai più delle mappe.
                                                                                                                 Giuseppe

Un orango come amico.

Molto e molto tempo fa, in una bellissima foresta pluviale viveva un bambino di nome Claudio.La foresta era enorme e piena di vegetazione e di verde, sembrava sconfinata, piena di luce, di allegria e di colori. C'erano alberi tutti verdi e marroni, sassi grandissimi, erba bassa e verde, cespugli foltissimi e colmi di more e mirtilli, arbusti piccolissimi, funghi di ogni specie, foglie di ogni colore, uccelli che svolazzavano e animali che camminavano sul terreno umido.Insomma era semplicemente meravigliosa e altrettanto lo era il bambino: aveva una fronte piatta, delle sopracciglia folte, delle ciglia lunghe, degli occhi celesti e a mandorla, un naso a patata e piccolo, delle guance paffute e rosse, delle orecchie minute, una bocca carnosa e rosea e un collo lungo.
Un giorno Claudio decise di andare a fare una passeggiata per esplorare la foresta.Mentre camminava tranquillamente lungo il sentiero sentì uno scricchiolio provenire da un albero.Si girò, ma non vide nulla.Continuò il suo cammino, ma sentì di nuovo quello strano rumore, si girò...............e davanti a sé vide......................................................un grandissimo serpente Boa avviluppato al tronco: era semplicemente enorme.Aveva una pelle lucida, gialla e maculata di arancione.
Il piccolo Claudio iniziò ad urlare come un matto per la paura.Cominciò a correre da una parte all'altra. Il serpente cacciava la lingua e sibilava era strano: sembrava parlasse con lui.Ad un tratto da un albero altissimo balzò un grandissimo orango che prese il serpente e lo strangolò, poi prese un tronco e lo uccise
Da quel giorno l’orango e Claudio divennero amici per la pelle.
                                                                                                                  Maruska


                                                 Nel triangolo delle Bermuda


Eravamo nel triangolo delle Bermuda per fare un volo di ricognizione per segnare il confine. Il panorama dall’ aereo era bellissimo si intravedevano le tre isole Miami, Bermuda e San Juan , che raffiguravano le tre punte del triangolo. Il mio occhio cadde su una delle tre di preciso Bermuda: aveva uno strano promontorio dal quale usciva del fumo . Presi il binocolo e lo puntai in prossimità del promontorio,avevo una certa difficoltà a mettere a fuoco ,ma appena si schiarì potei constatare che si trattava di una montagna di ferraglie . Provai a “zoomare “per decifrare cosa era quella massa indefinita di lamiere, ma non riuscivo a credere ai miei occhi … era un aereo schiantato al suolo .Nel frattempo il comandante ci diede l’allarme di ammaraggio, atterrammo sull’ acqua .Per nove giorni rimasi intrappolato in una camera d’ aria che si era formata nella fusoliera perché quando siamo ammarati l’ aereo si era accartocciato. Mi aprii un varco tra le lamiere e con le mie ultime forze nuotai a riva. Ero giunto sull’ isola Bermuda. Tutte le persone, che erano a bordo del veicolo che avevamo avvistato dall’ aereo, erano morte .L’ isola Bermuda non era abitata e ancora tuttora non lo è .Si sentivano strani rumori, sembravano ippopotami . Come mi avvicinai a quell’ aereo … fiutai un odore di carburante, l’ aereo aveva avuto una perdita , più mi avvicinavo più si intensificava ,mi feci strada tra le lamiere …era un orrore erano tutti morti l’ aereo era diventato una grossa polpetta di ferro che rilasciava  gas liquido. A parte le sue insidie ,l’ isola non era niente male , dall’ aspetto era gradevole,era piena di frutti :mango, un saporito frutto simile a un melone arancione ,frutti della passione ,melerose, avocado …Avevo cibo con il quale nutrirmi, ma i giorni passavano e non potevo mangiare solo frutta . Faceva tanto freddo e io mi indolenzivo sempre di più. Improvvisamente mi ricordai che il carburante era utile per accendere il fuoco .Trovai un nido di gabbiani abbandonato ,mi procurai un macete dai flap dell’ aereo così tagliai alcuni rami , presi un accendino da una tasca di un naufrago dell’ aereo e diedi fuoco a una parte di benzina che avevo raccolto in una cesta. Accesi un fuoco, mi accampai in una grotta .Al mio risveglio sentii strani rumori: erano dei turisti su un aliscafo. Presi un ciocco di legno e lo mostrai facendo fumo e gridando :” Aiuto!Aiuto!” Loro cambiarono rotta e si avvicinarono a me , salii sulla barca e  mi portarono a casa sano e salvo .Mentre me ne stavo andando, il mio cuore si riempiva di gioia ero tanto felice di allontanarmi da quell’ incubo, ma allo stesso tempo provavo dispiacere e tristezza per i naufraghi tanto sfortunati che erano venuti a mancare.

                                                                                                                           Vincenzo

I TRADITORI


Giovanni

Un giorno una ciurma di pirati, guidata dal capitano Jack Flit, si avventurò alla ricerca del tesoro del famoso pirata Charlie Dinor.
Dinor era diventato famoso perché aveva partecipato ad avventure molto pericolose, ma in cambio trovava tesori dal valore inestimabile.
Nel 1921 morì per una grave malattia al cuore, i suoi tesori non furono ma più ritrovati e sono ancora da qualche parte nell’isola di White.
Jack e la sua ciurma, dopo molte ore di viaggio, arrivarono sull’isola.
Quel posto faceva venire i brividi.
La vegetazione era molto ricca e, per andare avanti, dovevano usare il machete.
Le foglie degli alberi erano di molti tipi diversi, alcune erano piccole, altre grandi e di tanti colori.
Il terreno era pieno di fango, infatti i loro stivali avevano cambiato colore da marrone chiaro a marrone scuro.
Sotto i loro piedi c’era un’intricata matassa di radici grandi quanto loro.
Gli alberi erano altissimi e se alzavano la testa non riuscivano a vedere il cielo, quindi era come se avessero camminato durante la notte.
C’era molta umidità e quindi faceva molto caldo.
La ciurma si divise in tre diverse squadre, ognuna composta da cinque pirati.
Si misero d’accordo : chi avesse trovato per primo il tesoro avrebbe dovuto informare subito il capitano.
Dopo alcune ore la squadra numero due trovò il tesoro e informò subito il capitano.
Era notte e decisero di accamparsi in una grotta. La mattina seguente, però, il capitano non trovò il tesoro.
Si accorse che mancavano due membri della ciurma: Gyn e Rhum.
Appena girò lo sguardo vide che la nave si allontanava sempre di più e a bordo c’erano proprio i due traditori.
I pirati, per prima cosa, costruirono una zattera e, con la forza delle braccia, remarono e remarono, finché non raggiunsero la nave.
Appena saliti a bordo catturarono i due ladri.
Il capitano, per prima cosa, buttò a mare Gyn e Rhum e recuperò il tesoro trafugato.
Tornarono in patria e il bottino fu utilizzato per migliorare la loro città.
A Jack fu dedicata una statua che fu messa vicino a quella di Charlie Diron.

                                                                                                                              Giovanni

                             Nella giungla


Kety e la sua famiglia erano partite per andare in vacanza dall'altra parte del mondo, ma ad un certo punto l'aereo precipitò in una giungla. Gli unici sopravvissuti furono lei e sua madre. Si misero in cammino per perlustrare la zona e videro tantissimi animali stupendi come leopardi, scimmie, pappagalli... Mentre camminavano, Kety e la madre pensavano dove potevano accamparsi per la notte. Videro molti posti ma nessuno piaceva loro. Finalmente trovarono un capanno e decisero di restare lì durante la notte. Entrarono nel capanno e Kety urlò:" Per fortuna c'è il camino altrimenti saremmo restate al freddo." Kety uscì fuori per raccogliere la legna. Tornò al capanno accesero il fuoco e cucinarono la zuppa. Il giorno dopo la mamma disse alla figlia:" Dobbiamo imparare a vivere nella giungla quindi ti insegnerò io. Innanzitutto dobbiamo cambiare il nostro look!" Allora Kety entrò in casa. Quando uscì fuorì  aveva addosso una gonna fatta d'erba con dei fiori, una corona di fiori e una maglietta corta leopardata. La mamma esclamò:" Così va bene! Adesso andiamo a vivere qualche avventura!" Decisero di fare una passeggiata. Mentre Katy camminava per sbaglio finì nelle sabbie mobili. Per fortuna passò di lì un ragazzo che abitava nella giungla da molti anni. Kety domandò:" Mi puoi dare una mano?" Il giovane rispose:" Ma certo!" Tira e tira, per fortuna Kety uscì sana e salva dalle sabbie mobili. Alla fine vissero tutti felici e contenti.

                                                                                                                               Chiara

Lo scalatore sfortunato
                                                  

Tanto tempo fa viveva uno scalatore di nome Federico.   Aveva i capelli biondi con sfumature rosse, gli occhi blu ghiaccio, la bocca larga e il naso a patata. Lui era il campione del mondo a scalare le montagne perché aveva scalato l’Everest: la montagna più alta del mondo intero. Ma un giorno decise di scalare un vulcano veramente alto . Subito partì, ma non dimenticò mai i suoi figli e la moglie. Dopo cinque giorni in aereo arrivò e vide una meraviglia. C’erano abeti molto alti in primo piano, delle rocce si intravedevano sul terreno erboso e piccoli rametti erano bloccati per terra,  lì vivevano tanti animali come l’orso, la lucertola, libellule, mosche e tanti altri. Ma, soprattutto, il vulcano era così grande e alto che  lo si poteva osservare da qualsiasi punto. Per darsi la forza mangiò qualcosa e si addormentò poiché era notte. Il mattino successivo Federico partì verso il suo obiettivo, cominciò a scalare ma non  immaginava quanti pericoli nascondeva il “nemico”. All’improvviso si sentì eruttare ma, nonostante fosse preoccupato, Federico non si arrese perché aveva già iniziato . Però fece male a non scendere perché il fumo lo accecò e  si ferì alla caviglia. Dopo pochi minuti la lava scese e Federico salì non vedendola. Quando arrivò al traguardo ,si bruciò e cadde. Purtroppo era la fine della sua vita: morì. Infine la moglie , sapendo la notizia, si mise a piangere, mentre i suoi colleghi non  avrebbero mai scordato che lui era il campione del mondo e lo sarebbe stato per sempre.   
                                                                                                                          Maria 

                    


                                                   Alla ricerca del padre
Umberto

Dopo tante ricerche del padre, Sammy e il suo amico Jp dovettero esplorare l’arido deserto del Sahara. Sammy era robusto, alto e muscoloso. Aveva i capelli biondi e ricci, le orecchie a sventola, gli occhi a mandorla e verdi, il naso a patata, le labbra carnose e rosee. Jp era basso, snello e muscoloso. Aveva i capelli marroni e corti, le orecchie a sventola, gli occhi tondi e azzurri, il naso aquilino e le labbra fini. I due presero un taxi jeep che li portò fin nel cuore del deserto. Poi presero le loro scorte di cibo e incominciarono a perlustrare la zona. Jp vide passare un uomo con quattro dromedari e gliene chiese due, uno per lui e uno per Sammy. Intanto Sammy si trovava metri e metri distante da Jp e stava affrontando due boa di circa due metri. Per sua fortuna arrivò Jp con un bastone che li uccise. Dopo un lungo tragitto calmo, Jp andò a finire nelle sabbie mobili, ma riuscì ad afferrare il bastone con cui aveva ucciso i boa ed esclamò a Sammy : <<Afferra il bastone e tirami su! Ho paura di morire!>> Così Sammy riuscì a prendere il bastone e tirarlo su. Entrambi si trovarono nel bel mezzo di una tempesta di sabbia e con un pezzo di stoffa si coprirono il viso. Dopo ore e ore di tempesta, trovarono delle impronta di volpe che, probabilmente, si dirigeva verso una pozza d’acqua. Seguirono le tracce e videro un uomo denutrito, anziano e alto. Aveva i capelli castani, gli occhi scuri, il naso aquilino e la bocca grande. Era il padre di Sammy e a questo punto lo portarono a casa, lo nutrirono e diedero la buona notizia alla madre del ragazzo.

                                                                                                                    Andrea

                                Avventura nel deserto

Un giorno un padre siriano chiamò suo figlio Sammy e gli annunciò: - Figliolo domani partiremo per andare nel deserto.- Il padre siriano tornò a casa e preparò un sacco pieno di cibo e vestiti. Sammy e suo padre presero la loro jeep e andarono al’aeroporto. I due affittarono una jeep e si recarono in un albergo dove passarono la notte. La mattina seguente si svegliarono, presero la jeep e andarono in una fattoria dove presero in prestito un cammello per visitare il deserto. Il deserto era molto esteso, ricoperto da una sabbia molto sottile di color giallo con delle sfumature arancioni. Sopra la sabbia c’erano molti cactus arcigrandi e rocce di dimensioni enormi. C’erano molti animaletti ad esempio vipere, lucertole sdraiate sulle rocce, dei serpenti gialli che si mimetizzavano sulla sabbia e alcuni scorpioni piccoli. Mentre camminavano Sammy vide delle tracce e le mostrò al padre che gli disse che erano tracce di volpe che si dirigeva verso un pozzo. Seguirono le tracce, quando arrivarono al pozzo  videro la volpe che beveva l’acqua. Fecero ritorno all’albergo però, mentre camminavano, il padre di Sammy finì nelle sabbie mobili, ma per fortuna il figlio aveva con sé una corda. Gli tirò la corda e lo tirò fin quando non fu salvo. Tornarono all’albergo e mangiarono qualcosa. Finito di mangiare andarono alla fattoria per riportare il cammello, ma mentre camminavano il vento iniziò a soffiare molto forte e fece alzare la sabbia. Il signore siriano strappò un pezzo del suo vestito per coprire il volto di suo figlio e si rannicchiarono dietro il cammello per ripararsi. Rimasero lì fin quando il vento non si calmò. Erano molto stanchi, però si erano tanto divertiti a visitare il deserto. Sammy disse al padre che era stata una bellissima giornata, anche se c’era stata anche un po’ di paura. La gita successiva l’avrebbero fatta al mare  a rilassarsi al sole senza paura e colpi di scena. Così la giornata si concluse con una bella dormita. La mattina seguente ripresero l’aereo e tornarono a casa, si salutarono e Sammy urlò:- Alla prossima avventura.

                                                                                                                                                                                             Sofia

                               
Simone
                      
L'isola misteriosa

Un giorno un gruppo di pirati su una nave trovarono una mappa dove era illustrata un’isola che si trovava nell'oceano Pacifico. Quest’isola si chiamava L’isola dei Misteri e in quest’isola si trovava un tesoro inestimabile. Allora il capitano della ciurma, che si chiamava Richard, ordinò al suo equipaggio di partire per raggiungere l’isola. Dopo due ore incontrarono una nave nemica. La nave nemica preparerò i cannoni, quindi Richard ordinò alla sua ciurma:<<Preparate i cannoni altrimenti se sparano faremo una brutta fine>>! Appena pronti, i cannoni spararono e la nave nemica stava quasi per affondare quindi si ritirò. Però la nave di Richard era un po’ danneggiata perché era stata colpita da un colpo di cannone. Verso le sette di sera si scatenò una tempesta fortissima,   un fulmine beccò la vela della nave e improvvisamente un altro fulmine colpì il timone. Meno male che a bordo della nave c’era una persona molto brava ad aggiustare gli oggetti, questo si chiamava Nathan. La nave aveva perso il  controllo e andava ogni tanto in una direzione diversa. Dopo mezz'ora il temporale era cessato e Nathan aveva riparato il timone. La ciurma avvistò un’isola e pensò che quell'isola fosse l’isola del tesoro. Richard, per essere sicuro, osservò la mappa e notò che era quella. Appena sbarcarono iniziarono a scavare vicino ad un albero. Scavarono e scavarono ma non trovarono ancora niente. Richard guardò bene la mappa e notò che era l’isola sbagliata. Allora risalirono sulla barca e ripresero il viaggio, dopo due ore erano arrivati sull’isola e questa volta era quella giusta. L’isola era molto sporca e priva di vegetazione,c’era solo un albero molto alto. Richard urlò all'equipaggio: <<Domani inizieremo gli scavi per trovare il tesoro>>! Durante la notte due membri dell’equipaggio, che si chiamavano Rhum e Gyn, scavarono e presero il tesoro. Quando Richard e i suoi compagni si svegliarono non trovarono né la nave, né il tesoro e né Rhum e Gyn. Allora Richard capì che Rhum e Gyn li avevano traditi. A quel punto il capitano urlò  :<<  Se troveremo i due traditori li butteremo in mare>>!  Il capo era disperato perché pensava che sarebbero morti di fame. Verso le 5 del pomeriggio avvistarono una nave e urlarono se gli davano un passaggio, ma loro risposero di no. All'improvviso a Richard venne un’ idea: quella di abbattere un albero e costruirci delle zattere. La mattina si avventurarono in mare. Di sera si abbattè una tempesta e all'improvviso dall'oceano sbucò uno squalo che divorò un membro dell’equipaggio, il capitano a quel punto non poteva altro che piangere. Ad un certo punto Richard avvistò una nave e lì si trovavano Rhum e Gyn. Quindi il capitano e la sua ciurma salirono sulla nave. Allora Richard urlò di legare con una corda i traditori. Rhum e Gyn implorarono  Richard di non buttarli in mare  ma lui non ebbe pietà e li buttò in mare. Il capitano e la sua ciurma erano ricchi e Richard guardò il mare pensando al membro dell’equipaggio morto.

                                                                                                                                                                                                                       Simone
                       
                                        Avventura sulla Storm


Alla luce di un fulmine , Luke vide il primo capitano scagliato in acqua. – Uomo in mare ! – gridò. Ma l’onda  sommerse lui e la Strom. Allora il secondo capitano decise di tornare indietro, così spinse la leva dell’ acceleratore, ma il motore era pieno d’acqua . Tutti avevano il cuore in gola e rabbrividirono perché sapevano che, in quella situazione, potevano anche morire . Però i ragazzi non si scoraggiarono : pomparono l’acqua, smontarono il motore, asciugarono i pezzi che costituivano il motore, lo rimontarono e, quando spinsero il bottone dell’accensione, il motore si avviò. I ragazzi  urlarono : - Evviva!- Improvvisamente, nella notte fonda con la tempesta,la nave si capovolse e tutti finirono in acqua. Avevano molta paura e il secondo capitano urlò : - Nuotate e se trovate qualcosa di utile ditelo agli altri!-.E i ragazzi gli risposero : -Si!-
 La situazione era sempre più pericolosa, ma a un certo punto … Lyssa e Hanna trovarono un pezzo di legno. Subito avvertirono gli altri dicendo: - Venite, abbiamo trovato qualcosa di interessante!- Gli altri le trovarono, videro il pezzo di legno e ci si misero sopra. La tempesta non si placava, ma tutti erano molto calmi. Dopo giorni e giorni la tempesta scomparve e i naufraghi  arrivarono su una spiaggia, dove, dopo qualche ora, vennero trovati e soccorsi. Ormai erano salvi.

                                                                                                                             Wojtek

Poi un’altra ondata, travolse la Storm,come una mano gigantesca. Alla luce di un fulmine Luke vide il primo capitano scagliato in acqua. – Uomo in mare- gridò. Ma l’onda sommerse lui e la Storm.Trascorsero molte ore e giunse la notte. La tempesta non si era placata.
Onde gigantesche travolgevano la nave e per i ragazzi non c’erano molte speranze. La tempesta era spaventosa, molte raffiche di vento facevano muovere le vele della Storm, il cielo era solcata da scariche elettriche assordanti, i lampi e i tuoni diventarono molto più fitti e la pioggia non smetteva di scrosciare.
Improvvisamente un fulmine si abbatté contro un albero che cadde. L’albero cominciò a galleggiare  trascinato dalla corrente: era infuocato. Ben presto le fiamme si spensero. I ragazzi vennero catapultati nel mare ma, fortunatamente, trovarono il tronco. Il secondo capitano ordinò:<<Raggiungiamo il tronco e nuotando arriveremo a riva>> I ragazzi obbedirono e, nuotando faticosamente, arrivarono su una spiaggia. Per alcuni giorni si cibarono di frutti e pesci. I pesci erano cotti sul fuoco che veniva acceso strofinando delle pietre.
Ai ragazzi non piaceva molto il pasto che mangiavano ogni giorno, ma dovevano accontentarsi.
Dopo molti mesi i ragazzi si abituarono all’ambiente. Un giorno, nel pomeriggio, i ragazzi avvistarono una strana nave avvicinarsi all’isola.
<<Evviva! Evviva!>>esclamò Lyssa facendo salti di gioia.  <<Che bello, siamo salvi!>> aggiunse Hanna.
Erano felicissimi, avevano il cuore in gola che batteva all’impazzata non per a paura, ma per la gioia.
Capirono subito che la loro vita non era finita, ma erano finalmente salvi!
Tornarono a casa per abbracciare la propria famiglia avendo allo stesso tempo il rimpianto di aver perso uno dei membri dell’equipaggio.

                                                                                                                   Gaia