Giocando con le parole .............
Racconti diversi utilizzando la seguente catena di parole:
penna - Natale - lepre - Presepe - Peppino
Peppino e il presepe
Lì ci viveva un bimbo di nome Peppino: era un ragazzino molto vivace , di corporatura media , un buffo naso a patata e un paio di labbra carnose e rosate.
Egli ,come tutti i bambini, adorava l’Avvento, perché era un periodo molto colorato e splendente, pieno di doni e di festività.
Una cosa in particolare che gli piaceva era allestire il presepe.
Il 21 dicembre il presepe non era ancora realizzato perché l’anno precedente il micidiale uragano che aveva colpito l ‘est dell’ America aveva distrutto il presepe e il bambino non ne aveva ancora comprato uno nuovo.
Peppino prese carta e penna e fece la lista cominciò a scrivere l’occorrente per uno nuovo: uno zampognaro, un pastore, un pescatore…
La mamma portò il figlio a fare spesa addirittura in Italia, di preciso a San Gregorio Armeno, la patria dei presepi .
Comprarono il presepe più bello: aveva una grotta scavata in una montagna e sui versanti sorgevano casette carine tutte illuminate.
Era ricco di statuine di donne intente a filare la lana, a lavare gli indumenti, a sbrigare faccende domestiche e di uomini impegnati in mestieri più faticosi: il fabbro ,il taglialegna …
Tornati a casa, allestirono il presepe tutti entusiasti e,vicino alla grotta di Gesù, ci posizionarono una statuina lavorata a mano fatta con peli di lepre vera e con occhi di vetro, così lucidi da sembrare veri .
La vigilia di Natale la lepre, magicamente, prese vita e si andò a rifugiare dietro i pacchi dei regali che erano sotto l’ albero di Natale.
Per tutta la notte Peppino non dormì con l’ ansia di scoprire i regali.
La mattina seguente ,quando andò ad aprirli, vide la lepre che gli si avvicinò per farsi coccolare e Peppino si intenerì e la accolse tra le sue braccia.
Da quel giorno Peppino ebbe un simpatico animale di cui prendersi cura.
Peppino la lepre
Molti anni fa, in Trentino Alto Adige, su una montagna viveva una lepre di nome Peppino.
Era molto vecchio e non era veloce come tanti anni prima. Aveva il pelo grigio e non molto folto, gli occhi azzurri talmente espressivi che facevano commuovere chiunque. Era molto saggio e gentile, tanto da avere una miriade di amici, tra cui anche Babbo Natale.
Lui amava il Natale e il periodo natalizio e la vigilia si stava avvicinando. Aveva già fatto l'albero e decise di allestire anche il presepe, inoltre pensò di realizzare le decorazioni con le penne degli uccelli, allora si recò dal cacciatore Flavio, un leprotto molto gentile e agile. Lo incontrò proprio mentre andava a caccia.
- Flavio, come stai ? Anche oggi a caccia?-
Il giovane rispose: - Che ci posso fare? E' il mio lavoro! Mi devi dire qualcosa di importante?! -
Peppino ci pensò un momento poi esclamò:
- Io ti ho sempre aiutato, ma ti vorrei chiedere un favore: ti ricordi l'anno scorso? Avevi decorato la tua tana di penne d'aquila. Ecco, per il Natale, me ne potresti prestare qualcuna? -
Flavio non ci pensò neanche - E per così poco! Tieni , anzi, aspetta ne ho già quattro qui, prendile. -
Soddisfatto Peppino ringraziò e tornò a casa per preparare il presepe.
Passarono alcuni giorni e, finalmente, arrivò il 24 dicembre, la vigila di Natale.
Iniziò a chiamare tanti suoi amici per la cena di Natale, ma improvvisamente tutto il presepe cadde a terra dal davanzale.
- Nnoooooo!!!!!! Perchè?!!! Nooo!!!!- Era disperato, piangeva fiumi e fiumi di lacrime.
Passarono alcuni minuti, quando la porta si aprì, non una vera e propria porta, ma un' enorme buca tra le rocce della montagna. Non credeva ai suoi occhi, anzi pensava che fosse un sogno, forse sarebbe stato meglio, così il presepe sarebbe stato ancora intatto, però dalla porta era sbucato Babbo Natale. Si conoscevano, tuttavia erano anni che non si vedevano, il primo a parlare fu Babbo.
- Peppino, da quanto tempo non ci vediamo! -
I due si abbracciarono, anche se la lepre dovette fare un salto per arrivare alle spalle del vecchio.
Chiacchierarono un po' e Peppino spiegò la situazione a Babbo Natale che annunciò:
- Guarda un po', un bambino mi ha appena regalato un nuovo presepe che è stato votato il più bello del Nord! -
Il presepe era davvero splendido! I due , dopo circa un'ora, si dovettero salutare.
Peppino con la casa, anzi la tana ben addobbata aspettò l'arrivo della notte di Natale quando il magico vecchietto trascorse ancora qualche oretta in sua compagnia.
Il Natale di Peppino
C’era una volta un bambino che
si chiamava Peppino. Era molto gentile e carino ma, alcune volte, era un po’
nervoso perché non riusciva a fare le cose più facili; aveva due gambe snelle
ma veloci, delle grandi mani e delle braccia lunghe e magre.
Era la vigilia di Natale ( cioè
il 24 dicembre ) e doveva fare ancora molte cose, perché a pranzo sarebbero arrivati
tutti i suoi amici e tutti i suoi parenti.
Iniziò a mettere sulla tavola
una tovaglia rossa con dei merletti e delle candele dorate; dopo aver fatto
questo, cominciò a scrivere con una piccolissima penna d’argento i segnaposti
per ogni persona.
Dopo un po’, fu disturbato da un
continuo scricchiolio di foglie; aprì la porta e vide una lepre che faceva
capolino dal ramo di un albero.
Visto che per pranzo non aveva
ancora trovato un animale da cucinare, prese il coltellino che conservava sotto
il letto e lo infilzò nel corpo della povera lepre.
Con molta fatica la portò dentro
e la cucinò al ragù.
Mentre la mamma del bambino
condiva la carne con alcune spezie, Peppino si recò in soffitta e prese il
presepe, lo portò di sotto, e cominciò a montarlo.
Mentre si riposava sul divano,
sentì il campanello suonare e subito piombò ad aprire la porta: erano i suoi
amici ed il cugino di nome Luca. Cominciarono a giocare e
a divertirsi e, quasi tutti gli invitati, dissero alla mamma di Peppino che
quella lepre era buonissima e che l’anno successivo avrebbe dovuto prepararne una
più grande, perché non era stata sufficiente per tutti.
Dopo aver cenato, i bambini
attesero la mezzanotte e, felici, sistemarono Gesù Bambino nella capanna.
Il Natale più bello di sempre
C’era una volta un bambino di nome Peppino che viveva a Napoli.
Ogni anno a Napoli, durante il periodo natalizio, si facevano dei presepi meravigliosi e Peppino non vedeva l’ora di andarci.
Il bambino aveva 9 anni, era ricco ed era molto dispettoso e, il più delle volte, non si comportava bene.
La cosa che saltava subito all'occhio era la sua grande testa rotonda, aveva due occhi vispi e azzurri, un naso allungato come la maschera di Pulcinella, una bocca normale, delle orecchie grandi con attaccato un orecchino d’oro e dei capelli castani.
Era l’ ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie e Peppino, alla ricreazione, fece uno scherzo terribile alla maestra.
Le mise la vernice blu sulla sedia, visto che lei aveva i pantaloni bianchi.
La maestra si arrabbiò così tanto da sospenderlo dalla scuola.
Babbo Natale, per dispetto, lo trasformò in un pastorello e lo mise nel presepe della chiesa di Napoli.
Arrivò il giorno di Natale e la mamma non lo trovava.
La mamma andò in chiesa e lui, ridotto a pastorello, gridava dal castello di Erode, ma niente da fare, nessuno lo sentiva.
Per fortuna incontrò una lepre che gli fece compagnia tutto il tempo.
La lepre esclamò :”Io non sono una lepre ma sono un bambino trasformato da Babbo Natale!”
Babbo Natale capì che la lepre e Peppino erano intenzionati a fare i bravi , così, con la sua penna magica, li fece ridiventare normali.
Peppino e i suoi amici
Peppino era un ragazzo di 22 anni e la sua passione era la cucina.
Era alto 172 centimetri, aveva i capelli lunghi e castani, gli occhi di color azzurro.
Abitava al centro di un paesino.
Era la vigilia di Natale e pensò di invitare i suoi amici a cena.
Poiché era un abile cacciatore, la mattina andò a caccia per cercare qualche animale per la cena.
Andò nel bosco e vide subito una bellissima lepre.
Si nascose dietro un albero e aspettò il momento giusto per sparare.
Appena la lepre si mosse Peppino sparò e la uccise.
La portò a casa e la mise a cuocere sulla brace.
Poi con una penna scrisse i nomi dei suoi amici per assegnare loro il posto a tavola.
Nella mezz'ora che gli rimaneva realizzò il presepe perché negli altri anni non l’aveva fatto.
Arrivarono i suoi amici e si sedettero e Peppino servì loro la lepre.
Gli amici se ne andarono soddisfatti della cena e della bella serata trascorsa insieme al loro caro amico Peppino.
Peppino
C’era una volta un bambino di nome Peppino, aveva circa dieci anni e mezzo. Indossava sempre una maglia rossa, una tuta, delle calze che si intravedevano dalle scarpe marroncino. Aveva una fronte spaziosa, degli occhi a mandorla neri, un naso a patata, delle labbra carnose, un sorriso sempre stampato sulle labbra, delle orecchie piccole e capelli corti. Il giorno di Natale Peppino aveva invitato i suoi parenti a pranzo. Mentre era dentro casa, sentì un calpestio di foglie, si affacciò dal balcone e vide una lepre. Allora scese giù e la catturò. La mise dentro una gabbietta , la portò in garage e poi tornò sopra in casa. Quando arrivarono i parenti,, si diedero il buon Natale e decisero di costruire un presepe dopo aver pranzato. Peppino prese il muschio e i personaggi e realizzarono il presepe. Poi fece vedere ai parenti la piccola lepre. I parenti rimasero molto stupiti perché l’animaletto parlava e cantava, quindi fece divertire tutti. Alla fine della giornata la lepre regalò una penna a Peppino.
Tanto e tanto tempo fa, in un bosco, viveva Peppino. Peppino era un bambino di undici anni. Abitava in una casetta con i suoi genitori che erano partiti in viaggio per fare una visita. Avevano lasciato Peppino da solo perché era un bambino responsabile e sicuro. Era alto, snello e bello.
I capelli erano marroni e corti, le orecchie molto piccole , gli occhi neri ed espressivi,il naso a patata, la bocca carnosa .
Qualche settimana prima dell’arrivo dei suoi genitori decise di invitare i suoi parenti per fare una festa a sorpresa ai genitori e anche per festeggiare il Natale.
Quindi decise di spedire delle lettere: prese una penna colorata e iniziò a scrivere l’invito.
Peppino,dopo aver finito,pensò che ad una festa bisognava avere del cibo per gli invitati e subito capì che quel lavoro doveva farlo lui.
Subito si mise ai fornelli e cominciò a preparare la pasta al ragù, lepre al forno con patate, frutta e la torta al cioccolato: il suo dolce preferito.
Qualche giorno dopo, visto che si avvicinava il Natale, Peppino aprì le scatole che erano in soffitta e montò l’albero di Natale.
Ad un tratto Peppino esclamò:<<Ho la vaga sensazione che qui manchi qualcosa!>>
Ci rifletté un istante e poi aggiunse:<<Ma certo,manca il presepe!>>
Immediatamente si rimise al lavoro e costruì il suo splendido presepe illuminato.
Arrivò il giorno di Natale e Peppino apparecchiò la tavola per tutti gli invitati che si presentarono precisissimi.
Tutti aspettavano l’arrivo dei genitori di Peppino e, proprio nel momento in cui meno se lo aspettavano, qualcuno bussò alla porta. Erano proprio i genitori di Peppino!
Mangiarono tutti insieme e si congratularono con Peppino che aveva preparato un pranzo davvero speciale.
Peppino fu molto soddisfatto di aver passato una giornata veramente divertente, ma anche molto faticosa.
Tanto tempo fa, alla vigilia di Natale, nonno
Peppino si era trasferito a vivere nel bosco.
Un grande pasticciere
Peppino: un bambino speciale
Molto tempo fa, in una casetta ai confini di un bosco, viveva un bambino di nome Peppino con la mamma Katia, il papà Giovanni e la sorella Marica.
Peppino era un bambino alto magro e gentile. Aveva i capelli corti e neri, le sopracciglia folte, le ciglia lunghe, gli occhi a mandorla, piccoli e celesti, il naso a patata, le gote rosse e paffute, le orecchie piccole, le labbra rosa e i denti bianchissimi.
Un giorno la mamma annunciò a Peppino: <<Piccolo vieni che facciamo il presepe!!>> Il bambino corse come un fulmine in salotto e cominciarono.
Finita l'opera il presepe sembrava quasi vero.
La vigilia di natale Marica e Peppino andarono a dormire un pochino emozionati, ma nello stesso tempo molto nervosi.
Il mattino seguente, cioè la mattina di Natale, i due bambini si svegliarono e sentirono uno strano profumino, si recarono in cucina e trovarono la tavola tutta imbandita: dolci marmellata, latte........
Peppino chiese: <<Ma sto sognando?>> La mamma replicò:<< No, non stai sognando.>>
Peppino cominciò a mangiare e divorò tutto.
Verso le dieci di mattina si vestì e andò a fare una passeggiata per il bosco dove decise di raccogliere delle more. Mentre raccoglieva, vide una lepre che saltellava nei pressi di un orticello. Il ragazzo si avvicinò e notò che non era una lepre normale, ma un animale davvero strano. Si avvicinò ancora e vide che era una bestia bellissima che aveva il pelo dipinto di tutti i colori dell'arcobaleno e stringeva una bacchetta magica, simile a quella di una fata.Il fanciullo le domandò: <<Lepre perché sei così strana?>> La lepre si girò e gli rispose:<< Io non sono strana, sono solo una lepre un pochino magica e particolare.>> Peppino a quel punto la salutò e riprese il cammino per casa.
Quando tornò a casa, prese una penna blu e sul suo diario scrisse la giornata strana che gli era accaduta proprio in quel giorno così speciale. Poco dopo si ricordò che la mattina non aveva
scartato i regali portati da Babbo Natale. Subito scappò in salotto e sotto l'albero trovò una montagna di regali tutti per lui, ma trovò anche un biglietto che diceva:<< Questi regali sono per il bambino più bravo della mia lista>>.
Il bambino si commosse e cominciò a piangere. Riunì tutta la famiglia e fu felice del Natale trascorso.
Da quel giorno Peppino a Natale riunisce tutta la famiglia.
Nonno Peppino
Dato che lì poteva
trovare tutto il muschio che voleva, pensò che quell'anno avrebbe fatto un
presepe da “urlo”.
Aveva cinquantuno anni.
Di corporatura era alto e snello, aveva delle braccia lunghe ed era un
abilissimo cacciatore; purtroppo l’unica cosa che non sapeva fare era quella di
tenere la casa pulita.
Un giorno decise di
invitare tutti i suoi ami
ci a cenare a casa sua, ma, essendo indeciso su cosa
cucinare, prese il fucile e uscì fuori, si addentrò in una stradina alla
ricerca di una lepre da uccidere, la trovò e la portò in casa.
Intanto che la lepre
cuoceva, andò nello sgabuzzino e prese tutto il materiale che occorreva per addobbare
il presepe e l’albero di Natale.
Una volta finito il
presepe, uscì fuori e addobbò il grosso abete che aveva davanti a casa, poi rientrò
dentro, prese carta e penna e scrisse una lettera a ciascun invitato, e la mise
sotto l’albero.
Apparecchiò la tavola
e, proprio in quel momento, bussarono alla porta gli invitati. Nonno Peppino
andò ad aprire, li accolse e li fece accomodare a tavola. Iniziò il pranzo e
tutti degustarono le prelibatezze che aveva preparato, poi lessero ognuno il
proprio bigliettino e, commossi, ringraziarono nonno Peppino per ciò che aveva
scritto ad ognuno.
Gli invitati, vedendo
la casa a soqquadro, come segno di riconoscenza, decisero di pulirla e
rassettarla, insegnando anche a lui come fare.
Vista la piacevole
giornata trascorsa insieme, e fiero dei complimenti ricevuti, Nonno Peppino, da
quel giorno, decise di invitare ad ogni festa i suoi amici per farsi aiutare
nelle faccende di casa, ma soprattutto per preparare nuovi bigliettini ai suoi
amici.
Un grande pasticciere
Su una collina c'era una casetta. Lì ci viveva Peppino un bambino che aveva sei anni. Aveva gli occhi marroni, il naso a patata, le orecchie piccole, le labbra carnose e la bocca piccola. Indossava sempre una maglietta viola,un paio di pantaloni verdi e sulla testa aveva posato, come un fiocco di neve, un cappello viola. Calzava delle scarpe blu con dei calzini rossi. Un giorno Peppino decise di fare il presepe e quindi andò nello sgabuzzino a prendere lo scatolone. Iniziò a montarlo pezzo per pezzo. Mentre lavorava dalla finestra vide una lepre e corse a prendere il fucile per colpirla. Uscì di casa,mirò e la colpì. Decise di cucinarla e, mentre cuoceva,lui continuava a fare il presepe. Finito il presepe fece l'albero. Terminato l'albero si accorse che nello sgabuzzino aveva un altro scatolone. Lo aprì e vide che dentro c'erano altre decorazioni. Messe le decorazioni andò a vedere se la lepre era cotta. Non era pronta e allora decise di fare il budino per tutti i suoi amici e parenti. Poi disse:"A che gusto posso fare il budino?Al caramello?Al cioccolato?"... Ci pensò a lungo e finalmente si decise:"Lo farò al cioccolato". Dopo mezz'ora finì e decise di fare dei segna posti. Da una parte i suoi amici e dall'altra i suoi parenti. Apparecchiò la tavola in modo diverso da come la apparecchiava gli altri giorni. Venti minuti dopo tutti gli invitati a pranzo arrivarono con dei regali anzi una montagna di regali! Si sedettero tutti a tavola a mangiare e per dolce mangiarono il budino. Peppino si alzò da tavola e propose ai suoi amici di giocare a nascondino. Alle cinque di pomeriggio tutti se ne andarono. Peppino rimase colpito da quello che aveva fatto e quindi decise di fare così a ogni festa che avrebbe organizzato.
Molto tempo fa, in una casetta ai confini di un bosco, viveva un bambino di nome Peppino con la mamma Katia, il papà Giovanni e la sorella Marica.
Peppino era un bambino alto magro e gentile. Aveva i capelli corti e neri, le sopracciglia folte, le ciglia lunghe, gli occhi a mandorla, piccoli e celesti, il naso a patata, le gote rosse e paffute, le orecchie piccole, le labbra rosa e i denti bianchissimi.
Un giorno la mamma annunciò a Peppino: <<Piccolo vieni che facciamo il presepe!!>> Il bambino corse come un fulmine in salotto e cominciarono.
Finita l'opera il presepe sembrava quasi vero.
La vigilia di natale Marica e Peppino andarono a dormire un pochino emozionati, ma nello stesso tempo molto nervosi.
Il mattino seguente, cioè la mattina di Natale, i due bambini si svegliarono e sentirono uno strano profumino, si recarono in cucina e trovarono la tavola tutta imbandita: dolci marmellata, latte........
Peppino chiese: <<Ma sto sognando?>> La mamma replicò:<< No, non stai sognando.>>
Peppino cominciò a mangiare e divorò tutto.
Verso le dieci di mattina si vestì e andò a fare una passeggiata per il bosco dove decise di raccogliere delle more. Mentre raccoglieva, vide una lepre che saltellava nei pressi di un orticello. Il ragazzo si avvicinò e notò che non era una lepre normale, ma un animale davvero strano. Si avvicinò ancora e vide che era una bestia bellissima che aveva il pelo dipinto di tutti i colori dell'arcobaleno e stringeva una bacchetta magica, simile a quella di una fata.Il fanciullo le domandò: <<Lepre perché sei così strana?>> La lepre si girò e gli rispose:<< Io non sono strana, sono solo una lepre un pochino magica e particolare.>> Peppino a quel punto la salutò e riprese il cammino per casa.
Quando tornò a casa, prese una penna blu e sul suo diario scrisse la giornata strana che gli era accaduta proprio in quel giorno così speciale. Poco dopo si ricordò che la mattina non aveva
scartato i regali portati da Babbo Natale. Subito scappò in salotto e sotto l'albero trovò una montagna di regali tutti per lui, ma trovò anche un biglietto che diceva:<< Questi regali sono per il bambino più bravo della mia lista>>.
Il bambino si commosse e cominciò a piangere. Riunì tutta la famiglia e fu felice del Natale trascorso.
Da quel giorno Peppino a Natale riunisce tutta la famiglia.
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