sabato 27 dicembre 2014

E ancora tanto.........Natale nei nostri testi !




Befy, la Befana


C’era una volta una befana. La befana, chiamata Befy,  aveva le scarpe tutte rotte, un vestito orribile con zucche allucinanti e un foulard marrone. Un giorno Befy pensò di vendicarsi di Babbo Natale perché era lui il primo a dare i regali ai bambini e, come ogni anno, lei era sempre l’ultima. Allora si recò da Babbo Natale con la sua scopa di nome Molleggiante ma, visto che era un po’ pazzerella, andò a sbattere contro ogni abete che circondava la fabbrica di Babbo Natale. Dopo un po’ si affacciò a una minuscola finestra e osservò tutti i suoi aiutanti, cioè i folletti, al lavoro. Lei scoppiò dalla rabbia e volò verso casa. Di nascosto entrò dentro la stanza segreta dove nessuno poteva entrare e afferrò il libro con le formule magiche più potenti del mondo. Così trovò la pagina duecentoduemilaquarantadue,  la pagina per scambiare Dicembre  con Gennaio, e  recitò :<Dicembre con tutte le tue meraviglie spostati a Gennaio per far arrivare i dolciumi preferiti dai bambini. > La formula magica funzionò splendidamente. Il giorno seguente la befana si ricordò che doveva leggere le lettere dei bambini, riempire le calze con i dolciumi e per i cattivi il carbone, regali da impacchettare… totalmente un disastro. All’improvviso arrivò Babbo Natale a sgridarla per quello che aveva fatto. Quindi Befy ritornò nella stanza segreta e recitò un’altra formula:<Dicembre ritorna al tuo posto senza fare nemmeno un capriccio.> E funzionò. La befana esclamò:<Grazie al cielo è tutto finito! Ora ho imparato la lezione: Babbo va prima ed io dopo .> Una voce continuò:<Brava Befy ! Non devi arrabbiarti se io arrivo prima, i regali  comunque li porto e i bambini sono felici .>Befy gli diede ragione. Infine Befy e il Babbo divennero amici per sempre e la befana si ricordò delle parole che gli aveva detto.

                                                                                Maria


La fabbrica dei giocattoli
 


Gelsomino era un elfo che  lavorava nella fabbrica dei giocattoli perché si avvicinava  il Natale e Babbo Natale doveva portare i giocattoli ai bambini di tutto il mondo a cavallo della sua slitta. Era trascorsa una settimana, l'elfo Gelsomino stava fabbricando i giocattoli chiesti dai bambini, ma, all'improvviso, la macchina  costruttrice dei giochi esplose.
Gelsomino era preoccupato perché aveva paura di dirlo a Babbo Natale. Si fece coraggio e andò dal magico vecchietto e gli disse :"Signore la macchina è esplosa non posso fabbricare i giocattoli per i bambini."Babbo Natale rispose:"Allora è la fine per il Natale."Babbo Natale prese la slitta e cominciò a fare il giro del mondo sui tetti delle case dei bambini, alla ricerca della casa di Lorenzo, un bambino che, aveva saputo, era bravissimo ad aggiustare marchingegni di tutti i tipi. Arrivò sull'ultima casa e decise di farsi vedere dal bambino che lì viveva.
Scese dal camino della  casa di  Lorenzo. Lorenzo stava giocando sotto l'albero di Natale e, improvvisamente, lo vide . Cominciò ad urlare:"Babbo Natale è a casa mia, che bello!"Babbo Natale parlò con lui e gli disse che la macchina per fabbricare i regali si era rotta e doveva aiutare l'elfo Gelsomino ad aggiustarla. Lorenzo accettò e saltò in groppa alla slitta e partirono per il bosco incantato. Quando arrivarono, Lorenzo si presentò all'elfo Gelsomino e gli portò una buona notizia dicendogli che voleva aiutarlo ad aggiustare la macchina. Babbo Natale si accorse che, per ripararla, ci volevano la pace e l'amore. Ad un certo punto la macchina riprese a funzionare e Babbo Natale ne fu felicissimo. Riportò Lorenzo a casa, poiché lui doveva prepararsi per portare i regali ai bambini. Quando ritornò al bosco prese il sacco con i doni e cominciò a fare il giro del mondo.Alla fine vissero tutti felici e contenti.
                                                  
                                                 
Chiara

Un elfo a Miami beach


Un giorno, durante il periodo di Natale, l’elfo Martino decise di organizzare una comitiva di elfi maestri per andare a Miami beach, una località marina americana.
Gli elfi, abituati al freddo glaciale del polo nord, decisero di portarsi tutti indumenti invernali, però l’elfo Martino aveva detto loro di portarsi indumenti molto leggeri come: canottiere, pinocchietti e costumi.
Gli elfi, non conoscendo questa località, fecero di testa loro e misero dentro la valigia: pellicce, cappelli, stivali piumoni…
Una settimana dopo dovettero partire per Miami .
L’aeroporto sembrava infinito era grosso come tutto l’Artide, era almeno alto come l’Empair State Billy, il grattacielo più alto del mondo.
Dalle vetrate si osservavano gli aerei che decollavano o partivano
Sulla parte opposta, dove si faceva il check-in, si estendeva una lunga catena di negozi tutti illuminati e addobbati al tema natalizio.
C’era molta gente che andava e veniva con enormi valigie e buste piene di spesa, accompagnati dal sottofondo musicale di canzoni di Natale. L’ odore di gomma e quello di canditi si mescolavano nell’aeroporto formando una fragranza a tratti gradevole.
Alle dodici e trenta s’imbarcarono.
Lungo il tragitto gli elfi si ponevano tante domande, in particolare all’elfo capo di tutti gli elfi maestri, il più saggio e il più astuto di tutti gli elfi .
Arrivati alla meta, si chiesero dove andare. L’elfo Martino disse ad alta voce: “State calmi io non so la direzione però una soluzione la troveremo“
Gli elfi risposero: ” Appunto, se tu non conosci la direzione noi come possiamo saperla?”
Un elfo si lamentò: ” Io qua soffoco fa troppo caldo.”
Gli elfi dissero che era meglio chiamare 1111, cioè il numero della guardia di smarrimento.
Quando la chiamarono, non risultava nessuna città con quel nome.
I signori della guardia  consigliarono loro di scrivere un  S. O. S. che vuol dire immediato soccorso.
Ci provarono e l’idea funzionò.
Quando tornarono al villaggio, raccontarono tutto ad amici e parenti.
Anche se la vacanza non  era filata del tutto liscia, fu lo stesso un'esperienza fantastica.

                                                                                                     Vincenzo

                                      I tre gnomi

C’erano una volta tre gnomi maschi. Uno si chiamava Gino, un altro  Giorgio e l’altro ancora Pasquale. Gino era bravo, alto e magro, era il più grande di tutti; Giorgio era anche lui buono, un po’ meno alto di Gino, ma un po’ più grasso, mentre Pasquale era il più basso, il più grasso, però anche lui bravo.
Un giorno tutti e tre incontrarono un bel signore che li accolse con l’inganno. Quando arrivarono al castello, il bel signore diede loro una tazza di tè, ma ben presto si rivelò non più un gentiluomo bensì un uomo cattivissimo perché, appena gli gnomi finirono il tè, vennero incatenati dallo stregone.
Lo stregone ripeteva sempre:- Vi ucciderò!- E gli gnomi aggiungevano sempre: - Ccche papaura!-
Proprio mentre lo stregone stava infilando la sua spada, chiamata Magica, nel cuore di ogni gnomo, intervenne un giovane e bel ragazzo. Il giovane estrasse la sua spada, chiamata il Benevincesempre, e iniziò il combattimento con le spade tra lo stregone e il bel ragazzo.
La lotta era molto avvincente e lo stregone urlava: - Vincerò io, sono più forte! – E l’altro ribatteva: - No, io vincerò, perché sono dalla parte del bene e il male perde sempre! –
La battaglia era sempre più coinvolgente. All’improvviso lo stregone subì un colpo che gli perforò il cuore e morì. Così il giovane liberò gli gnomi e li fece vivere nel giardino del suo castello.
Da quel giorno l’altro castello fu considerato una rovina, di
cui furono raccontate storie paurosissime.

                                                                       Wojtek


                               I quattro gnomi



Tanto tempo fa in un bosco vivevano quattro gnomi di   nome Pino, Lino, Tino e Gino.   
Vivevano con una terribile strega di nome Giada che li teneva sempre prigionieri.
Gino era il più piccolo e il più alto, in testa indossava un cappello a cono rosso ed era il più coraggioso.
Pino era piuttosto basso ed era molto intelligente, lo si vedeva dai suoi enormi occhiali rossi che gli davano un'aria da “secchione”.
Tino era il più saggio e portava un gonnellino bianco e un cappello con una penna d’aquila.
Lino portava sempre vestiti e cappelli di lino ed era il più furbo.
Lo chiamavano “la volpe”.
Erano molto umili e affettuosi tra loro.
Stanchi, affamati e furibondi con la strega un giorno si riunirono in una stanza per cercare un modo per SCAPPARE VIA:
<< Potremmo cercare di tagliare le sbarre che ci circondano?>>Ipotizzò Pino, Tino esclamò:
<<Sì, e come facciamo? Mi meraviglio di te!>>Continuò:
<<Perché voi non dite nulla? Siete tanto furbi e intelligenti.
<<Non so potremmo attirare Giada rapirla e scappare>>Pensò Gino:
<<Sii! Potrebbe funzionare!!! Bravo!>> Esultò Lino, poi urlò:
<< Strega Giada!!!Può Venire un attimo?>>La strega tuonò:
<<Cosa??!! Potete Strillare e non sussurrare>>Con le mani fra i capelli Gino Strillò:
<<Strega Giada!!!!!!!!!!Può venire un momento!!????>> finalmente la strega accorse:
<<Si, si! Perché strillate? IO ci sento!!>>Tino bisbigliò:
<<Un sacco!!!>>Gino si dovette mantenere per non scoppiare a ridere.
La strega aprì il piccolo cancello  e si trovò subito bloccata da Tino e Pino, mentre Gino e Lino raccolsero la chiave e rinchiusero dentro la strega Giada.
Ma dopo due minuti i  sorrisi scomparvero dalle loro facce: Nella grandissima cucina c’era un enorme drago che sbarrava loro la strada per uscire.
Decisero allora di combattere col mostro della STREGA  CHE SI CHIAMAVA Balestra.
Era cosi alto che la faccia dell’essere era impossibile da vedere.
Il drago iniziò a sputare fuoco dappertutto,
rischiando di bruciare gli gnomi.
Ando tutto bene, bene si fa per dire, finché Balestra non afferrò Gino.
I suoi amici, spaventati, iniziarono a pestare il piede della creatura.
Ma all’improvviso un altro gnomo saltò da una mensola grande mille volte più di lui.
Lo gnomo salvò Gino all’ ultimo secondo e riuscirono a scappare dall’enorme villa.
Da quel giorno a loro si aggiunse anche Angiolino che era uno gnomo agile coraggioso con cui vissero per sempre felici e contenti.

                          Federico


NEVONE                                    Il pupazzo di neve

C’erano una volta due bambini di nome Giorgio e Francesca che amavano giocare con la  neve. Un giorno, mentre facevano i compiti delle vacanze, il postino suonò il campanello e loro, tutti e due curiosi, presero la letterina dalle mani del portalettere , la aprirono e recitarono insieme: “Cari Francesca e Giorgio , domani alle 8:30 di mattina ci sarà una gara di pupazzi di neve! Se volete partecipare mandateci una lettera per darci una risposta firmato Sara e Nicola.” Allora i due andarono dalla mamma in cucina e le fecero leggere la  lettera. La mamma chiese: “Ragazzi, però siete sicuri di andarci?” Loro risposero: “Sì mamma, noi vogliamo andare con Sara e Nicola perché loro sono fenomenali a fare i pupazzi di neve e vinceremo di sicuro!”. Francesca continuò: “ E lo sai che noi amiamo la neve!” La mamma accettò, convinta dalle loro parole. Il giorno seguente i ragazzi si prepararono e si recarono alla gara con i due amici. Dopo qualche minuto iniziò il torneo e gli amici partirono come razzi. Mentre i bimbi cercavano qualcosa per addobbare il pupazzo, una valanga di neve gli precipitò addosso. Dopo si ritrovarono vivi dentro una caverna nera e buia dove un orco urlò: “Chi mi ha svegliato !?” “Ah, dei ragazzi sciocchi! Volevate svegliarmi!” Sara, tremando, esclamò: “Una valanga ci ha portato in questa grotta!” Tutti insieme gridarono. “Stavamo facendo un torneo di pupazzi!” L’orco pensò: “Mmm……… Sciocchezze! Subito dentro il pentolone, per pranzo avrò un buon stufato di bambini”. I bambini pensarono alle loro mamme e si preoccuparono. Nel pomeriggio una fatina mise in vita il loro pupazzo di neve bisbigliando: “ Alzati… alzati!!!” E cosi si alzò. Il pupazzo arrivò alla grotta, entrò in cucina e i ragazzi stupiti, piansero dalla gioia. Il Pupazzo, chiamato “Nevone”, aveva un naso a forma di patata, le braccia fatte con i rami, e otto palline: due per gli occhi e sei per la bocca. Infine il pupazzo riaccompagnò i bambini nelle loro case.  Giorgio e Francesca vinsero il torneo del miglior pupazzo di neve.

                                                           Maria

          
 Una strega nei ghiacciai

Nel mondo dei ghiacciai, in Svizzera, di preciso a Wengen, viveva una famiglia composta da mamma, papà, tre bimbi e due bimbe.
 Erano sciatori professionisti, ma quando non nevicava il loro mestiere era quello dei taglialegna.
 I bimbi avevano imparato che bisognava sciare sulle piste blu ed evitare quelle rosse, perché erano pericolose.
Il papà raccomandava anche di non andare nella tana dello scoiattolo rosso: si raccontava la leggenda che una persona era entrata lì e non ne era più uscita. Altre persone raccontavano che si udivano voci, urla e lamenti.
Un giorno, mentre sciavano, sbadatamente, finirono su una spericolata pista rossa.
Essendo sprovveduti su quella pista rossa, non sapevano la strada del ritorno.
Si era fatto buio e una bufera a sorpresa li costrinse a rifugiarsi nella tana misteriosa.
Appena si addentrarono videro un’oscura ombra: un naso adunco e bitorzoluto sporgeva insieme al mento aguzzo e malefico – Che ppppppaaaaaauuuraaa -.
Per tutta la stanza si respirava aria d’immondizia mescolata con calzini ripieni di burro vecchio. 
Mentre si allontanavano lei si avvicinava con l’alito perfido. Notarono che indossava un vestito azzurro che sembrava quello di una fata. Aveva un’aria buona, infatti, si trattava di una strega buona. La strega con loro fu talmente gentile da ospitarli anche durante la notte. Lei raccontò che quella persona non era uscita perché il suo cancello aveva avuto un corto circuito.
Il giorno dopo ripartirono per tornare nella loro casa, al calduccio.
Cosi si sparse la voce e tutti non ebbero più paura a entrare in quella tana  che, anzi, si trasformò in un rifugio per gli sciatori sperduti.
                                                                         
                                                                                         Vincenzo


         Un Natale speciale per un bimbo speciale 
    Nella vigilia di Natale, un bimbo di nome Leonardo andò al polo nord, a trovare Babbo Natale.  Dopo seicento chilometri vide una villa enorme, era la fabbrica di Babbo Natale. In quel momento si sentì emozionatissimo perché se fosse entrato avrebbe visto un uomo molto speciale e, forse, sarebbe stato trasformato in un elfo che l’avrebbe aiutato, l’uomo misterioso era il distributore di regali. Così Leonardo si addentrò nel laboratorio e vide migliaia e migliaia di elfi. Ne erano talmente tanti che non vedeva Babbo Natale. A un certo punto, il bimbo sentì una mano enorme sulla sua spalla e sentì un vocione grosso che esclamò:<<Oh!Oh!Oh!Quindi sei venuto Leonardo!Vedo che il tuo sogno è quello di diventare un mio elfo vero?>><<S-sì B-b-abbo Babbo Na-na-Natale>>Rispose il giovane.
A quel punto, Babbo Natale, in un batter d’occhio, trasformò Leonardo in elfo che vide avverato il 
suo sogno e divenne il più bravo degli elfi. Ogni volta che l’uomo speciale distribuiva i doni ai bambini, lo portava con lui. Un bel giorno, Leonardo inventò una collana che, una volta indossata, rendeva immortali. I primi che la indossarono furono i due amici per la pelle e così vissero per sempre felici e contenti.                                                   
                                                                                              Andrea


                                          Il Natale di Peppino

Un giorno Peppino decise di fare l'albero di Natale e prese tutte le decorazioni che aveva in soffitta. Iniziò a montarlo, mise le luci, le palline, i fiocchetti e la stella gialla e lo mise in un angolo della casa. Poi si recò sul terrazzo e cominciò a metterci un sacco di luci. Poco dopo si ricordò che doveva fare il presepe, allora prese tutti gli animali, i pastori, la capanna di Gesù e il muschio che era andato a fare in campagna. Per prima cosa attaccò al muro il cartellone che rendeva quasi vero il cielo e così  preparò il presepe. Ad un certo punto, finito tutto il presepe, vide un penna e gli venne un'idea: scrivere una lettera a Babbo Natale. Da lui voleva una lepre con cui giocare. La mattina del 25 Dicembre si alzò presto perché voleva scartare i regali sotto l'albero e ci trovo un bellissima e piccola lepre.                                                           
                                                                                                 Miriana

                      Peppino e la macchinina magica
 Era il ventitré dicembre e Peppino, un bambino gentile che viveva a Parigi in una casetta nei paraggi di un bosco, era già sveglio. Peppino era già sveglio perché il venticinque dicembre aveva invitato tutti i suoi amici a pranzo  a casa sua. Prima di cominciare a lavorare, si rimboccò la camicia e prese la sua macchinina magica. Quella macchinina era magica perché era un regalo di Babbo Natale e faceva risvegliare tutti i suoi pupazzetti di peluche. Il bambino pronunciò la formula magica e tutti gli animali di peluche si svegliarono, ma il suo aiutante preferito era la lepre canterina. I due si misero al lavoro .In seguito Peppino andò in soffitta per prendere il presepe e, nel momento in cui soffiò sulla scatola, vide che Maria, Gesù e Giuseppe si muovevano. Quando aprì la scatola Maria, Gesù e Giuseppe uscirono dalla scatola e si misero a lavorare. Peppino prese l’ albero, lo decorò e sotto ci mise i regali per tutti i suoi  amici. Il ventitré ormai era finito ed era venuto il ventiquattro, cioè la vigilia. Il bambino si rimise di nuovo all’ opera e iniziò a preparare il pranzo, poi prese una penna dorata e scrisse tutti i nomi sopra dei biglietti rossi a forma di Babbo Natale e li mise ognuno al proprio posto. Aveva preparato dei biscotti a forma di albero, un pranzo con i fiocchi e una torta a forma di stella cometa. Arrivato il venticinque, il giorno di Natale sentì bussare alla porta e quando la aprì vide tutti i suoi amici.  Ognuno aveva portato un dono a Peppino così festeggiarono il Natale insieme. A mezzanotte arrivò Babbo Natale con la slitta piena piena di doni per tutti gli invitati.                  
                                                   Sofia

 Che bella storia!


Ieri sera attorno al camino di mio nonno si raccontavano tante storie. I nonni insistevano  nel dire che erano tutte vere, ma io non ci credevo, ore ne racconterò anche a voi una e poi deciderete.
 Mia nonna quando era piccola viveva in campagna.
Vicino a casa c’era una bellissima fontana, dove tutti andavano a prendere l’acqua, dalla sua finestra si sentiva che usciva dalla cannella.
 Una mattina molto, molto presto sentì un campanellino e, incuriosita, andò a vedere.
 Vicino alla fontana c’era Babbo Natale che faceva abbeverare le sue renne. Babbo Natale disse a nonna di non scappare, ma di chiedergli un regalo, nonna rispose che il regalo che avrebbe voluto non poteva entrare in un pacchetto, allora Babbo Natale le diede una pallina magica e le disse:<<Appendila all’albero, il tuo regalo arriverà quando non te lo aspetti.>>
 Il cagnolino di mia nonna era un po’ birbantello e gli piaceva fare i dispetti.
Il giorno della vigilia saltò sull’albero e fece cadere la pallina che si fece in mille pazzi.
 Nonna passò tutta la giornata a piangere e anche la sera andò a dormire piangendo.
La mattina presto sentì il suo cagnolino che abbaiava a una persona, nonna uscì di casa e vide il suo papà che era tornato dalla Germania. Allora iniziò a piangere, ma questa volta per la gioia.

 Nonna ancora oggi afferma che i regali più belli li fa Babbo Natale.   



                                                                                                   Irene


                                            
Cari zii,
come state? Io tutto bene, volevo raccontarvi come stiamo allestendo la casa per i preparativi di Natale.
All’esterno della casa (lato cucina), attorno alla ringhiera della porta, abbiamo attorcigliato un ramo di foglie con palline rosse, alla porta abbiamo appeso una ghirlanda e alla finestra della cucina, in mezzo alle tende, abbiamo inserito dei bastoncini con tutti i personaggi di Natale: Babbo Natale, le renne, i pupazzi di neve…
Sul tavolo in cucina abbiamo sistemato un centrotavola con decori natalizi e ,sotto al televisore, ho messo l’albero natalizio cantante. Allo studio abbiamo realizzato un presepe enorme con un fiume  dove scorre l’acqua vera, la capanna, il fuoco, tanti pastori, il mulino…
In salotto, ieri tutta da sola, ho montato l’albero di Natale, ho appeso tutte le palline colorate oro e rosse e annodato il fiocco rosso in cima sulla punta. Alla finestra abbiamo appeso delle ghirlande con catenelle color oro e alla porta ho appeso una ghirlanda.
Passando al piano di sopra, cioè alla mia cameretta, alla maniglia della porta ho appeso una coccarda rossa,
papà ha abbellito le ringhiere dei balconi appendendo tante lucine colorate e al centro una grande stella cometa che si illumina di giallo, mentre vicino ai vetri ho appeso pupazzi con la scritta “BUONE FESTE”.
Salendo ancora sopra al penultimo piano, sempre alla ringhiera del balcone della camera per gli ospiti, papà ha attorcigliato dei tubi con all’interno luci colorate, e al centro un albero di Natale.
Che ne dite, vi piace? E voi come avete addobbato casa vostra?
Ora vorrei dirvi cosa ho chiesto a Babbo Natale: a quello di mamma e di papà ho chiesto i negozi dei lego Friends, mentre a quello dei nonni la scuola dei lego Friends e spero che li riceva entrambi. Nella lettera, veramente, ho promesso anche che sarò più brava e collaborerò di più in casa e non farò più i capricci a casa dei nonni e li ascolterò di più. Per voi due, zia e zio, non ho promesso niente perché di solito mi comporto sempre bene con voi.
Anche se una cosa avrei da dirvela, voi due siete gli zii migliori del mondo intero ma, soprattutto la cosa più importante vi auguro un buon Natale e buone feste. Salutatemi con un grande abbraccio i due cani Maia e Gea.
Mi raccomando appena leggerete questa lettera non mettetevi a piangere e non emozionatevi, ma scrivetemi una bella lettera di risposta e speditemela a casa!
Con tanto affetto la vostra
                                                                                     Simmia Grazia!


Cara Serena,
come stai?Come va a scuola?Va beh, lasciamo perdere le chiacchiere, ti voglio raccontare come ho addobbato la casa.
Abbiamo fatto il presepe sopra il davanzale della finestra che si apre a vasistas.
A un angolo c’è una <<montagna>> di carta stropicciata marrone, sotto c’è un ponte rimpicciolito fatto da mio padre, questo è attraversato da un fiume fatto di carta argentata dipinta di azzurro e percorso da un cigno finto, vicino alle sponde del fiume è posizionato un omino che trasporta due secchi pieni d’acqua, sulla sponda destra c’è un pastore con le sue pecore.
Poi ci sono molte case, tra queste, quella che mi  piace di più è quella del fabbro che è molto spaziosa.
La grotta è assai grande e quella l’ha fatta mio padre con il legno grosso; davanti alla capanna c’è una fontanella minuta che va a corrente.
Per l’albero ti posso descrivere ben poco.
 E’ pieno zeppo di palline di ogni colore e luci verdi, azzurre e rosse.
Ah, quasi dimenticavo, l’albero è mantenuto da un enorme tronco vero, ma non pensare che sia un tronco intero, ma una minima parte!
Fino ad ora gli addobbi sono questi, poi non so se ne aggiungerò altri.
Ho chiesto a Babbo Natale il microscopio e il telescopio veri, perché, sennò, con quelli finti cosa ci farei?Tu invece cosa hai chiesto a Babbo Natale?
Ho promesso che per Natale non farò  arrabbiare i miei genitori, altrimenti pure a Natale  prenderò le botte.
Ti saluto con affetto e aspetto una tua risposta   

                                                                                                      Andrea



 Cara Luana,                                                    
come stai cuginetta mia? Io sto benissimo. In questi giorni mi sento felice perché si avvicina il Natale. Il Natale, per me, è la festa più bella che ci sia: si ricevono regali e si festeggia la nascita di Gesù. A te piace il Natale?
Io, da qualche tempo, ho finito di addobbare la mia casa, anche se quest’anno, ho iniziato molto tardi.
Ho cominciato a fare l’albero di Natale e il presepe una sera, sempre con l’aiuto della mia mamma.
Ora ti parlerò del mio albero di Natale e del presepe. L’albero di Natale è finto perché la mamma dice che, se fosse vero, si rovinerebbe. È alto, bello e colorato. Da lontano spicca subito all’occhio la stella rossa che si trova in cima, in tutto l’albero ci sono molti addobbi: grappoli d’uva, melograne, cristalli di neve, palline, fiori, foglie di varie grandezze, mele e palline con il ricamo bianco. Tutti gli addobbi sono rossi e dorati.
Per reggere l’albero abbiamo comprato un vaso a forma di Babbo Natale colorato.
Per realizzare il presepe, invece, abbiamo impiegato molto tempo. Abbiamo fatto preparare due pezzi di compensato abbastanza lunghi per un presepe. Abbiamo messo per bene i compensati e ci abbiamo posto sopra delle casette, il ruscello,il mulino a vento,la capanna. In seguito abbiamo preso le luci bianche e le abbiamo attaccate con dello scotch.
Poi abbiamo aggiunto il muschio e le casette con gli artigiani. Infine abbiamo posizionato i personaggi. Maria,Giuseppe e Gesù Bambino li abbiamo comprati a San Gregorio Armeno a Napoli e li abbiamo posti nella capanna. Gli altri personaggi li abbiamo messi dappertutto. E, anche se eravamo stanche, avevamo fatto un ottimo lavoro. Oggi dobbiamo mettere solo gli oggetti in tutta la casa (i portatovaglioli, il centrotavola, il portabicchieri)…
Da Babbo Natale vorrei ricevere il diario segreto di Violetta poiché quello vecchio è finito e non posso scrivere più nulla. È viola e inoltre ha delle luci che si accendono quando lo apri.
A Babbo Natele ho promesso di mettere i jeans, anche se a me non piacciono. Li metterò solo per far felice la mia mamma che non ama i leggins.

Cuginetta mia, ora devo andare! Spero tanto che questa lettera ti arrivi al più presto! Ciao!

                                                                                             Gaia

Cara mamma,
       voglio scriverti questa lettera, sperando di convincerti ad addobbare casa. Mi piacerebbe fare l’albero, il presepe e mettere le luci sul balcone. Quando eravamo piccole tu lo facevi, perché ho visto le foto. Mi piacerebbe sapere perché non ti piace più, cosa posso fare per farti cambiare idea??? Scriverò una lettera a Babbo Natale e, al posto del regalo, gli chiederò che un po’ della magia del Natale venga anche nel tuo cuoricino. Farò piccole promesse perché quelle grandi non le so mantenere: non darò fastidio a Bea quando studia, chiederò di addolcire il mio carattere ed essere meno testarda. Questo Natale sarà molto triste perché le mie cuginette non ci saranno, infatti andranno a Pordenone dalla mamma. Cara mamma sono contenta di scriverti questa lettera, perché devo dirti una cosa importante. Questa sera Michele ci ha detto che durante le vacanze di Natale, la piscina di Canneto resterà chiusa, ma noi dobbiamo andare ad allenarci a Campobasso, sono sicura che non ti farà piacere, ma a me piacerebbe andare.
PS: ti voglio un mondo di bene e sono sicura che tu ne vuoi un universo a me.


Caro Mattia,
oggi ti voglio raccontare una cosa molto bella: lunedì inizierà il mio campionato di calcio.
La prima partita la giocheremo in casa contro il Mirabello,una squadra molto forte.
Il nostro girone è formato da quattro squadre: il Mirabello, le Acli, e un’altra squadra di Trivento.  Ora, però, parliamo del Natale.
Nei giorni scorsi ho aiutato mamma e papà a fare l’albero di Natale.
Tu l’hai fatto l’albero di Natale?
Per prima cosa papà è dovuto andare in soffitta a prendere le scatole con gli addobbi natalizi.
Il colore dominante dell’albero è il rosso.Sopra l’albero c’è una stella dorata.
Esso è abbellito da lucine intermittenti che mi piace guardare la sera, quando la luce della cucina è spenta.
A casa nostra non facciamo il presepe, però , a fianco alla TV, sistemiamo una piccola capanna di legno tutta intagliata che rappresenta la Natività.
Devo dire che l’atmosfera natalizia è proprio bella.
Ora ti racconto che cosa mi piacerebbe ricevere da Babbo Natale.
La cosa che desidero di più è la maglia di Del Piero , un tablet e qualche libro da leggere.
Non so se Babbo Natale sarà molto generoso, infatti, tra i miei propositi, c’è quello di essere più buono e soprattutto di litigare meno con mio fratello.
Ora ti devo salutare perché devo andare a fare catechismo.
                                                                                                CIAO E A PRESTO
                                                                           Giovanni

Caro zio Sandro,                                                                                                                                       
come stai? Come va lì a Roma?
Avete iniziato a fare gli addobbi natalizi?
Sai noi a casa abbiamo già fatto  l’albero di Natale.
É di statura media, l’ho addobbato con mia sorella,abbiamo iniziato con le luci e abbiamo visto se funzionavano per bene,erano come sempre ogni anno bellissime, di color blu e bianche.Poi è venuta la parte più bella, abbiamo messo le palline. Abbiamo fatto anche una gara: chi finiva prima le palline nello scatolone,vinceva dieci caramelle e certamente zio ho vinto io!La mattina dopo insieme a papà abbiamo addobbato anche il nostro balcone con luci blu ghiaccio e ogni sera le accendiamo.Ora ti saluto, scrivimi presto, ti voglio bene

                                                                                                                         Angelo


Caro Nino,
come stai? Io sto bene, ti volevo raccontare come ho addobbato l’albero, l’8 Dicembre. Abbiamo preso le scatole contenenti gli addobbi di Natale, abbiamo tirato fuori l’albero finto e mia madre l’ha montato. In seguito io e mia sorella abbiamo preso le palline, il puntale, le luci e alcune decorazioni. Prima di tutto, la mia mamma ha sistemato le luci, il puntale e infine, ai piedi dell’albero, abbiamo sistemato alcuni peluche di Babbo Natale e un pupazzo di neve .Poi abbiamo appeso le palline rosse, bianche, arancioni, gialle, verdi e azzurre. Dopo abbiamo preparato il presepe, ho sistemato la capanna con dentro Maria, Giuseppe, l’asino e il bue. Con l’alluminio ho costruito un laghetto con tutti i pastori che pescavano. Un po’ più in alto ho posto il fabbro e un piccolo pozzo. Infine ho messo le luci rosse. Ti vorrei dire cosa chiederò a Babbo Natale e le promesse che gli farò .Desirerei tanto xbox360 con il nuovo gioco di Skaylender Trattim e Assasincrid, gli prometterò di essere un po’ bravo e di non rispondere a mio padre e a mia madre. Tu che cosa chiederai a Babbo Natale? Come hai sistemato l’albero e il presepe? Aspetto la tua risposta
                                                                                                                               Umberto.


Caro amico Giovanni,
come stai ? Io molto bene; ti scrivo per farti gli auguri di Natale e raccontarti come ho addobbato la mia casa. Di solito, tutti gli anni inizio sempre a montare le luci sul balcone che sono tutte bianche, ad intermittenza e di altezze diverse. In seguito, sistemo l’albero in salotto: apro i folti rami, sistemo le lucette colorate, poi appendo le palline, che sono rosse e bianche, con decori color argento; infine completo con fili luccicanti e, in cima, una stella cometa. Ai piedi dell’albero costruisco il presepe composto di: pastori, pecore, maiali e donne che accompagnano i Re Magi alla capanna. Quest’anno, come regalo, ho chiesto il (Samsung Galaxy Trend 2) e il gioco GTA 6 che è uscito solo in Cina. In cambio dei doni, ho fatto alcune promesse a Babbo Natale: sarò più obbediente, continuerò ad impegnarmi a scuola e cercherò di aiutare anche qualche compagno in difficoltà. Credo di averti raccontato proprio tutto. Ti saluto con affetto e ti auguro un Santo Natale.


                                                                                                                          Giuseppe                                                                                                                                       

Caro amico Wojtek,
Come stai ? Io bene e tu ? Ti vorrei raccontare come sto addobbando la casa, quale promessa farò ai miei genitori per il Natale e quale regalo desiderei.
Io ho cominciato ad addobbare la casa l’otto Dicembre .
L’albero di Natale l’ho addobbato con palline rosse, gialle, blu e argento. L’ho posizionato in sala. Le luci  che ho messo all’albero sono di colore argento. Alla porta mio padre ha messo una stella cometa. Il giorno dopo ho fatto il presepe insieme alla mia famiglia e ci è venuto meglio degli altri anni.  Mia madre, sopra al tavolo, ha posto una tovaglia rossa e sopra al tavolo della sala  ha messo una tovaglia con disegnato la stella di Natale. Però non abbiamo ancora messo le luci fuori e penso che le metteremo fra un po’. Vicino alla porta mia madre e mio padre hanno incollato un Babbo Natale gigantesco e dentro la sua sacca c’è scritto Buon Natale a tutti.
Sul cancello io e mio padre abbiamo messo un lungo nastro rosso perché è il colore del Natale. Sopra al letto c’è una coperta rossa con tanti fiocchi di neve e una decina di renne. Infine nella cameretta ho posato un tappeto rosso con tre alberi di Natale innevati.
Quest’anno ho deciso di chiedere a Babbo Natale un videogioco che si chiama Fifa 2015. Ho promesso ai miei genitori di andare bene a scuola, ma questa promessa la faccio quasi tutti gli anni e non la mantengo quasi mai. Caro amico Wojtek adesso ho finito di raccontarti e voglio sapere come stai addobbando la tua casa. Rispondi presto.
                                                                                                                          SIMONE





  

   

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