Crescendo con la tenacia, la generosità, l' altruismo, la fierezza, la forza d'animo del giovane Simba, in un ambiente scuola che aiuti ciascuno a "diventare ciò che si è".
venerdì 18 dicembre 2015
mercoledì 2 dicembre 2015
domenica 22 novembre 2015
sabato 14 novembre 2015
lunedì 2 novembre 2015
venerdì 30 ottobre 2015
venerdì 25 settembre 2015
Il primo giorno di scuola visto attraverso gli occhi....... di tanti simpatici animaletti!
Un allegro passerotto
Stavo
volando sopra la scuola elementare, quando sentii un enorme frastuono: erano
tutti i bambini che stavano per entrare nell’edificio. Udivo pianti di fanciulli, rumore di macchine che suonavano per il traffico, voci di
grandi e piccoli, un vero trambusto. Percepivo
le voci delle bidelle che rimproveravano gli alunni e maestre che chiamavano le
classi.Ad un
certo punto si sentì uno squillo molto forte, era la campana della scuola e
tutti i bambini entrarono dentro.
Al suono di quella campana precipitai, mi
sentii così male che vedevo le stelle e mezzo stordito,
senza accorgermene, entrai dentro la scuola. Quando
le bidelle mi videro presero la scopa ed iniziarono ad inseguirmi, stavo
saltellando per fuggire ma non notai le scale e feci un brutto ruzzolone.
Vidi
un’apertura, mi buttai immediatamente verso di essa, però non riuscii ad
uscire. Allora pensai: “Che cos’è questa strana cosa, sembra un campo
magnetico!”.Velocemente
ripresi a volare, andai molto in alto cercando di non farmi prendere e di
trovare un’apertura per fuggire, ma d’improvviso suonò la campanella che mi
fece cadere al suolo e così le bidelle riuscirono a catturarmi, in quel momento
persi i sensi. Quando
mi risvegliai vidi che mi trovavo vicino ad un albero, mi sentivo sollevato
perché potevo tornare dalla mia famiglia per poter migrare verso le zone calde.
Anche
se sono un uccello anch’io ho avuto il mio primo giorno di scuola.
Umberto
Ciao a tutti a quelli che stanno leggendo, sono un cane adottato e sono
scappato di casa facendo un tunnel sotto la rete. Dovete sapere che sono un pastore abruzzese con pelo folto di
colore marrone, sull’ occhio ho una macchia nera, la coda è sul giallo oro, le
zampe sono massicce, imponenti e con affilatissimi artigli e il mio corpo è
abbastanza robusto.Dovete sapere perché sono fuggito di casa, avevo visto un gruppo
di ragazzi INSIEME e, siccome sono sempre solo, ho deciso di andare con loro e
ho incominciato a scavare sotto la recitazione.
Una volta fuori sono andato dai ragazzi e coloro si sono
spaventati perché mi vedevano grande, ma dentro sono buono. Li ho seguiti fino alla scuola e a quel punto ho visto la bidella
Maria Carmela che stava spazzando. Ho provato ad entrare, ma la bidella mi è apparsa davanti con la
scopa in mano, l` ha iniziata ad agitare e io ho avuto paura che mi colpisse,
quindi sono uscito e sono andato sul retro dove si trovavano le finestre, cosi
mi sono affacciato alla finestra e ho visto tanti bambini che scrivevano. Dopo
di che mi sono stancato di guardarli, perciò sono tornato a casa nel
recinto. Ho coperto in tutta fretta la buca che avevo fatto prima che arrivasse
il mio padrone.
Andrea
Pike, un cane birichino
Buongiorno a tutti io sono un cane di nome Pike, sono
molto grande e sono un pastore tedesco. Oggi ,visto che ricomincia la scuola, voglio andare a
fare un giro alle elementari, però devo essere scattante perché se si chiude il
cancello non vado da nessuna parte.
Ecco la padrona si è messa in macchina e si sta aprendo
il cancello esce la macchina e, per fortuna, anche io. Ora devo solo correre. Sono arrivato e ho visto la padrona entrare. Dovete
sapere che sono molto giocherellone perciò mi sono avvicinato a un gruppo di
bambini, mi sono messo a saltare per fargli capire che volevo giocare, ma loro
indietreggiavano “io sono bravo non vi faccio niente voglio solo giocare” però loro si sono messi a correre e sono entrati. E' suonata la campanella e io volevo entrare insieme ai
bambini. Tra la folla mi sono nascosto e sono riuscito ad entrare e mi sono
accucciato sotto le scale. Mi sono stufato a stare qua sotto, sono uscito e sono
salito sopra nell’atrio, non l’ avessi mai fatto: Maria Carmela mi ha cominciato
a scacciare con una scopa e Guglielmo con il moccio. Infine mi sono arreso e sono dovuto tornare a casa.
Angelo
Mastroiacovo
Mastroiacovo
Un giorno mentre passeggiavo mi trovai davanti
ad una scuola. Volevo assolutamente entrare e vedere una
scuola vera, non la scuola della signorina Gatti dove studio io. Però rischiavo! Poteva essere l'ultimo giorno
della mia vita perché sono solo un piccolo gatto!
Non era
solo questo il problema, si sentivano i bambini che urlavano, le mamme che
parlavano, i piccoli che piangevano, persone che discutevano...
In un primo momento mi colpì solo
l'esterno, ma ci tenevo tanto a visitare l'interno.Allora mi nascosi dentro lo zaino di un
bambino.Suonò la campanella e arrivai in classe.Quando il bambino svuotò lo zaino si spaventò
e urlò: " Aiuto ho trovato un gatto dentro il mio zaino."
Allora la maestra chiamò la bidella Maria
Carmela e mi cacciò dalla
scuola a calci nel didietro. Provai di nuovo, ma questa volta andò
peggio, la bidella mi inseguì con la scopa. Non mi restava altra
scelta, mi toccava
guardare dalla finestra.
La classe era bellissima: le porte arancioni,
le pareti bianche, la lavagna verde...In poche parole era tutto meraviglioso.
Invece l'esterno aveva un grande campetto, un
albero enorme e un piccolo giardino con dei fiori.
La lezione era ormai quasi finita, allora mi arrampicai
per sentire l'ultimo pezzo.
All'improvviso dietro di me apparve la bidella
e mi dissi tra me e me:- Ma che cosa vuole questa, sono solo un piccolo
gattino!-
E così finì la mia giornata piena di avventure.
Chiara
Un giorno,
stanco di stare lì da solo, decisi di scavare una buca e di uscire per fare una
passeggiata in città. Dopo tanto tempo passato a scavare finalmente
riuscii a fare una buca adatta a me. Raggiunsi la
piazza e mi venne l’idea di avvicinarmi ad un grande edificio che stava lì
vicino. Avvicinatomi sentii un gran trambusto di bambini. Vidi degli
enormi cosi gialli dove all’interno c’erano i bambini. Avvistai
tanti scolari piccoli piangere, alcuni che tiravano i genitori per andare via,
bambini grandi, invece, che erano tristi, sì, ma non così tanto. Poi notai le facce delle insegnanti e degli
insegnanti che erano letteralmente sconvolte nel vedere la gran quantità di
alunni. Ma non parliamo dei genitori, che facevano tira e molla con i figli che
non volevano entrare. Ad un tratto sentii un
rumore squillante , come quello di una campanella, sì proprio una campanella. Tutti
si recarono nell’edificio. E che voglia matta avevo di entrare…..Così dicendo mi intrufolai veloce come una tigre nel
cancello prima che lo chiudesse una brutta signora dall’aria molto strana…Proseguii con calma e
soprattutto…..con molta attenzione. Era una rampa lunghissima,
almeno sembrava a me. C’era ancora qualche
bambino che aveva fatto ritardo e che mi guardava con occhi strani. Finita la rampa arrivai
all’entrata e non ne parliamo…Un grosso omone mi guardava con occhi fulminanti
e ad un certo punto se ne andò. Fiuuuu….l’avevo scampata
bella!! Mentre io ero distratto, però, l’omone
ne approfittò e, prendendo, una scopa mi minacciò.Povero me.....cosa mi è toccato fare: mi sono dovuto arrampicare sul
muretto e dopo scavalcare un cancello basso. Sono
scappato subito a casa dalla mia padrona che mi abbracciò e decisi di non
avvicinarmi più a quell’edificio.
Gaia
Una cagna
avventuriera
Oggi è il primo giorno
di scuola, mentre sto passeggiando davanti all'edificio noto un gran
numero di bambini.
“Mamma mia che
confusione!”
Si odono le urla dei
bambini più grandi, i pianti degli alunni della prima, le chiacchiere dei
genitori, il rombo del motore delle macchine bloccate in un ingorgo stradale….
Ad un tratto suona la campanella, i bambini in gruppi si s dirigono verso l’entrata della scuola.
Io cerco di
intrufolarmi fra loro, ma la bidella si accorge della mia presenza e, senza
esitare, si reca nello sgabuzzino e afferra la scopa e con essa mi butta fuori a
scopettate.
“Ahi il mio povero
sedere! Giuro che questa te la farò pagare.”
Riprovo nella mia
impresa, ma la bidella non ne vuole sapere di farmi entrare.
Prima di essere scagliato un’altra volta fuori,
le mordo il piede e, mentre lei urla per il dolore, io mi intrufolo dentro.
Per non essere vista dalle collaboratrici che vanno in soccorso dell’inserviente, mi nascondo nella mensa. “Acciderbolina quanto cibo buono”, ma non ho il tempo di mangiare
anche se la cosa mi mortifica un po’ perché sono troppo curiosa di vedere cosa
fanno i bambini nel loro primo giorno di scuola.
Esco dalla mensa
a malincuore e mi trovo davanti a un
cartello giallo su cui è scritto “attenzione pavimento bagnato”, io sono un
cane non so leggere bene, quindi passo,
ma ad un certo punto puf!!!!!! Cado, faccio sette o otto giravolte e
poi finisco a pancia in giù.
Mi rialzo nonostante mi giri molto la testa
Arrivo fino
alla prima B.
Fortunatamente la porta è solo socchiusa, probabilmente per via del caldo, non posso biasimarli anche
io muoio dal caldo con tutto questo pelo che ho addosso.
Torniamo a noi, la
classe prima è formata da venti bambini tra cui
dieci bambine e dieci bambini, le pareti sono tutte arancioni, le
sedie e i banchi gialli e le porte marroni.
Vedo inoltre che gli
alunni stanno facendo immagine e una scolara sta disegnando una cagna
proprio come me.
Silenziosa entro per vedere se l’ha disegnata proprio identica a me ossia raffinata, gentile e graziosa.
Passando fra le gambe
dei bambini, ad un certo punto una bambina mi tira un calcio e io abbaio.
La maestra mi sente ed comincia a perlustrare tutti i banchi fin quando mi trova,
mi prende e mi consegna a quella scorbutica della bidella che mi sbatte fuori.
Sono arrabbiata, ma nello
stesso tempo molto contenta perché ho comunque visto cosa si svolge in una
scuola.
Maruska Grazia
Maruska Grazia
Oggi è stato il primo giorno di
scuola. Questa mattina, qualche minuto prima che suonasse la campanella,i
bambini si sono affollati davanti al cancello della scuola. Mamma mia che
confusione e soprattutto,quanti bambini! Si spingevano, parlavano tra di loro,
alcuni si scambiavano le figurine e altri, della prima elementare, piangevano
all’ idea di dover lasciare i loro genitori. La maggior parte è venuta ad
accarezzarmi e alcuni ragazzi, molto maleducati, mi tiravano i sassolini. Io
avrei potuto anche morderli,ma visto che sono molto dolce e tranquillo li ho
lasciati perdere. Al suono della campanella è iniziato il “caos”:i bambini si sono
ammucchiati davanti al cancello e io, intelligentemente,
mi sono mischiato nella folla e sono riuscito ad entrare a scuola. Ho trovato un’ aula buia con
la porta socchiusa e sono entrato. E’ passato molto tempo e ad un tratto è
entrata la bidella. Ho iniziato ad abbaiare “bau
bau”, la signora ha urlato ed è andata a prendere la scopa. Quando l’ho
avevo vista sono scappato come un razzo! Ero davvero spaventato, pensavo a
quante me ne avrebbe suonate. Mi sono affacciato dalla finestra e ho visto gli
alunni della quinta B che facevano lezione. Volevo tanto entrare,ma ormai avevo
imparato la lezione. Finalmente, dopo cinque ore, i bambini sono usciti da
scuola, ho notato i loro volti stanchi,ma felici di aver rincontrato o
conosciuto nuovi amici.
Sofia e Valentina
Una mattina ero in cerca di cibo, vidi
che davanti alle scuole elementari c’erano parecchi bambini.
Allora ipotizzai che stava
ricominciando la scuola e decisi di andare a vedere chi erano gli alunni.
Entrai anche io con loro seguendo una
classe che stava andando nel piano di sotto.
Nessuno aveva ancora provato a
schiacciarmi.
Iniziò la lezione e tutti si misero
all’opera, quindi fui attirata da una luce.
Poi si sentì un urlo della maestra
che mi fece cadere a terra, ma nessuno si accorse della mia presenza.
Finii su un orecchio di un bambino
che provò a schiacciarmi ma per fortuna non ci riuscì.
Allora iniziai a guardarmi intorno.
Tutti gli alunni
avevano una divisa uguale di colore blu.
L’aula era molto spaziosa
e luminosa; c’erano la lim e la lavagna tradizionale.
Sono rimasto colpito
dell’immagine che era sulla lim: un bellissimo paesaggio di montagna con una
baita che era circondata da un fitto bosco.
Sopra la baita c’era un
bellissimo cielo azzurro con nuvole che prendevano forme diverse era un vero e
proprio spettacolo!.
Attaccati alle pareti
diversi cartelloni con i lavori realizzati dagli alunni.
A fianco alla cattedra
si trovava un armadio con dentro cartoncini e colori a tempera.
All’improvviso sentii una fame da
lupo, trovai una finestra aperta e volai via in cerca di nuove avventure.
Avete indovinato chi sono?
Sono una mosca simpatica ma anche molto noiosa.Giovanni
domenica 20 settembre 2015
mercoledì 16 settembre 2015
Si ricomincia!!!!
Inizia un nuovo anno scolastico.........
Caro diario ,
il
9 Settembre è iniziata la scuola. La sera prima ero agitatissima non riuscivo
neanche a dormire! Arrivato il “grande
giorno” mi sono svegliata, sono andata a lavarmi e vestirmi, sono scesa a fare colazione, mi sono messa il grembiule mi sono recata alla fermata dell’autobus. Lì c’erano tutti i miei amici: Valentina, Daniele e anche i bambini più piccoli: Mikhail, Adele e la mia sorellina Matilde. Dopo un po’ mi sono accorta che mancava Giulia e ho chiesto alla mamma della mia amica: ”Perché non c’è Giulia?” Lei mi ha risposto:” Perché ha la febbre!” Ero un po’ triste al pensiero che una mia amica mancava, ma poi mi sono consolata perchè ho pensato a quanti amici avrei conosciuto. Quando l’autobus è arrivato davanti alla fermata sono salita insieme a tutti. Appena si è fermato in campagna sono salite Aurora, Veronica e Alice, io ero molto felice di rivederle perchè era da molto tempo che non stavo un po’ di tempo con loro. L’autista, a Trivento ha fatto scendere prima i ragazzi delle medie, poi i bambini dell’ asilo e poi noi delle elementari. Sono scesa e mi tremavano le gambe per l’ emozione e la paura! Mamma ci ha indicato l’entrata della scuola. Io ho aperto la porta, accompagnata da Valentina e Daniele e la maestra ci ha accolti e guidati nella nostra classe. Daniele conosceva già un bambino e si è seduto vicino a lui, io e Valentina ci siamo sedute vicine perchè erano gli unici banchi non occupati. Noi di Castelguidone ci siamo presentati e anche gli alunni di Trivento. Abbiamo fatto italiano con la maestra Maria e dopo la ricreazione, inglese con la maestra Matilde. Mi è piaciuta molto la scuola lo sai diario? E anche le maestre, i compagni... è stato tutto davvero bello e ogni giorno non vedo l’ora di imparare argomenti nuovi e conoscere nuovi bambini.
giorno” mi sono svegliata, sono andata a lavarmi e vestirmi, sono scesa a fare colazione, mi sono messa il grembiule mi sono recata alla fermata dell’autobus. Lì c’erano tutti i miei amici: Valentina, Daniele e anche i bambini più piccoli: Mikhail, Adele e la mia sorellina Matilde. Dopo un po’ mi sono accorta che mancava Giulia e ho chiesto alla mamma della mia amica: ”Perché non c’è Giulia?” Lei mi ha risposto:” Perché ha la febbre!” Ero un po’ triste al pensiero che una mia amica mancava, ma poi mi sono consolata perchè ho pensato a quanti amici avrei conosciuto. Quando l’autobus è arrivato davanti alla fermata sono salita insieme a tutti. Appena si è fermato in campagna sono salite Aurora, Veronica e Alice, io ero molto felice di rivederle perchè era da molto tempo che non stavo un po’ di tempo con loro. L’autista, a Trivento ha fatto scendere prima i ragazzi delle medie, poi i bambini dell’ asilo e poi noi delle elementari. Sono scesa e mi tremavano le gambe per l’ emozione e la paura! Mamma ci ha indicato l’entrata della scuola. Io ho aperto la porta, accompagnata da Valentina e Daniele e la maestra ci ha accolti e guidati nella nostra classe. Daniele conosceva già un bambino e si è seduto vicino a lui, io e Valentina ci siamo sedute vicine perchè erano gli unici banchi non occupati. Noi di Castelguidone ci siamo presentati e anche gli alunni di Trivento. Abbiamo fatto italiano con la maestra Maria e dopo la ricreazione, inglese con la maestra Matilde. Mi è piaciuta molto la scuola lo sai diario? E anche le maestre, i compagni... è stato tutto davvero bello e ogni giorno non vedo l’ora di imparare argomenti nuovi e conoscere nuovi bambini.
A presto
Sofia
CARO DIARIO,
come
stai ? É da un po’ che non ti scrivo perché purtroppo è ricominciata la scuola
e tutti i pomeriggi sono occupati dai compiti.
Adesso frequento la quinta: più dura, più
pesante.
É
iniziata da due giorni; adesso ti racconto: il primo giorno sono arrivati tre
bambini nuovi da Castelguidone e, quindi, ci siamo presentati; il secondo
giorno, dopo aver letto un testo ed averne fatto il riassunto, abbiamo
esaminato un’ altra lettura.
Secondo
me, la scuola serve a qualcosa, però anch’essa ha i suoi difetti; è abbastanza
noiosa, non parliamo della ricreazione, sì, d’altronde è divertente, ma dura
solo cinque minuti.
Poi,
religione, la materia meno pesante, si fa solo due ore a settimana invece
italiano, la materia più complessa, si esegue 12 ore; Ah che pizza !!!!!!!!
Caro
diario, sinceramente d’estate “ fremevo “ di ritornare a scuola, ma adesso mi
sono pentito di averlo detto, soprattutto perché ho perso la libertà di uscire
e di rimanere con i miei amici fino a tardi.
L’anno
prossimo frequenterò la prima media e, onestamente, non so se è peggio o è
meglio della scuola primaria; io credo sia peggio, ma può essere solo una mia
impressione.
Caro
diario adesso ti saluto, devo andareee!!!
Caro Diario,
è cominciata
la scuola e io non sono molto contento perché avrei voluto
ancora qualche giorno di vacanza.
Quest’anno sono arrivati nuovi bambini da Castelguidone,
il paese di mia madre e della nostra maestra.
Uno di loro, Daniele, già lo conoscevo perché due anni fa
è venuto alla scuola calcio di Trivento e qualche volta abbiamo giocato insieme
pure a Castelguidone, così ho deciso di sedermi vicino a lui.
Mamma, prima che cominciasse la scuola, mi ha detto le
solite cose, di essere bravo e di studiare tanto : la scuola è molto importante.
Il primo giorno mi sono divertito perché ho incontrato i
miei amici che non vedevo da tanto tempo.
Le prime tre ore abbiamo studiato italiano mentre le
altre due inglese, due materie che mi piacciono molto.
Tornato a casa, felice e contento, ero anche un po’ preoccupato
poiché in seguito avremo i compiti e quindi ci dovremo mettere sotto e studiare
quasi tutti i giorni.
IL secondo giorno, come pensavo, la nostra maestra ci ha
fatto lavorare, ma erano tutti esercizi di ripasso quindi molto semplici.
Mi ricordavo tutto ma poi dovevamo produrre un testo e
scrivere non è il mio forte.
La maestra per aiutarci ci ha disegnato uno schema da
seguire così ero molto più sicuro.
Finito il testo ero abbastanza soddisfatto.
Abbiamo studiato anche storia, la mia materia preferita,
e abbiamo compilato una scheda e una mappa.
Dopo l’ora di storia abbiamo avuto arte e immagine, una
materia che non mi piace molto.
Successivamente abbiamo messo a posto la nostra roba e
siamo usciti.
Tornato a casa ero sfinito.
Ciao diario devo andare a eseguire i compiti, a presto.
Giovanni
Caro diario,
Come stai?
Tutto bene? Ti scrivo per raccontarti i miei due primi giorni di scuola.
Quest’anno ci sono
molte novità e come sai a me piacciono un sacco.
La classe che avevamo prima era piccola e molto carina, e,
fuori, potevamo vedere il campetto, adesso abbiamo una classe più spaziosa, con
due armadietti e fuori dalle finestre vediamo le case.
Abbiamo cambiato classe perché sono arrivati dei bambini
nuovi, ne sono quattro, vengono tutti da Castelguidone.
La loro scuola è stata chiusa.
In questi due giorni sembra che si siano trovati bene, si
chiamano: Daniele, Sofia, Valentina e Giulia.
Sono molto bravi e molto educati, forse anche più di noi.
Mi sono seduta insieme a Maruska, dietro dietro, perché siamo
alte.
E’ stato molto bello ritrovarci, ad essere sincera l’ultimo
mese di vacanze iniziavo a sentire la mancanza della scuola, (però non lo dire
a nessuno).
Abbiamo fatto subito amicizia con i nuovi compagni e la
maestra ha assegnato pochi compiti, forse per non scoraggiarli.
E’ tutto nuovo a scuola: le pareti sono ripitturate, le porte
sembrano di plastica, tutte colorate e con maniglione antipanico, i bagni
nuovissimi, quasi non si riconoscevano, ma la cosa più importante è la palestra
nuova, noi ancora non la vediamo ma ci ha detto la maestra che è molto grande.
Fuori stanno ancora lavorando, la faranno bella anche
esternamente, un po’ mi dispiace doverla lasciare l’anno prossimo.
Spero non ti sia annoiato, ma sono così emozionata e felice,
che ti scriverei tutti i giorni e tutte le notti.
A PRESTO AMICO MIO
Irene
Caro
diario,
come
va? Spero bene!
Innanzitutto
ti devo fare una promessa, prima di iniziare a raccontarti i miei primi giorni
di scuola. La promessa è che non ti farò male quando scriverò, non strapperò le
tue pagine! Lo so che sei impaziente di sentire il mio racconto!
Ora
cominciamo: Diario l’otto settembre non ho dormito per niente perché ero molto emozionato e contento di rivedere i
miei compagni, però un po’ mi dispiaceva che le vacanze erano terminate.
Il
mattino seguente ho faticato ad alzarmi
ed ho dovuto litigare con mio padre “Una
lotta all’ ultimo sangue”… mi è andata bene ho rimediato qualche schiaffo e gli
schiaffi di mio padre sì che sono pesanti! Non oso immaginare se ci fosse stata
la mamma ci sarebbe stata anche la guerra… povero me!
Ma
a te capita di non dormire? Ah che sbadato tu hai il cassetto accanto al mio
letto.
Ora riprendo il discorso, eravamo nel punto
in cui … AH! Ci sono nel punto della lotta .Mi sono lavato e vestito e con mio
padre e mio fratello, mi sono avviato. Arrivato, mi sono messo davanti al cancello
e ho salutato i miei amici… che piacere
rivederli! Erano tutti con il “muso” perché nessuno voleva che la scuola
ricominciasse. Ah!!! Non ero l’unico.
Mi
hanno riferito, poi, che c’erano quattro bambini nuovi che vengono da
Castelguidone, tra questi c’è Daniele.
Te lo ricordi? Un giorno ti ho portato con me a scuola calcio e l’hai conosciuto era davvero bravo a
giocare.
Continuiamo
il racconto:
Mi
è piaciuta molto la scuola modificata con le porte arancioni e i bagni nuovi ,
qualche giorno ti ci porto. Ho fatto una riflessione molto intelligente “ Come farà la maestra quest’ anno?” Nel
corso delle ore l’ ho vista tranquilla, ma la nostra maestra è un genio tranne
che ci assegna troppi compiti, ma il primo giorno ci ha graziati.
Dopo
è venuta la maestra Matilde. Sai, lei è
sempre molto allegra e ci ha raccontato le sue vacanze trascorse da sua madre.
Dopo
cinque ore ce ne siamo andati e meno male, su quella sedia mi stavo “spaccando
la schiena”.
Ti
racconto adesso la giornata di oggi. E’ stata anche questa molto faticosa
perché abbiamo avuto cinque ore di italiano. Non saprei cosa raccontarti , però
sono un tipo che non si arrende mai perciò ci proverò. Abbiamo iniziato la
mattina con una verifica…A proposito l’hai letto il racconto che ho scritto
…dai leggilo è davvero carino!
Dopo
la verifica, abbiamo fatto ricreazione e poi abbiamo giocato sul diario di
Giovanni “che Figo”. Sai aprendolo compare un campo sportivo in miniatura con
la porta in cui bisogna fare gooooaaalll!!Come ben vedi il calcio è sempre al
centro dell’attenzione!
Dopo
l’analisi logica, siamo passati alla mia materia preferita: storia realizzando
una mappa sugli Egiziani e completato una scheda. L’ultima ora, l’abbiamo
dedicata al disegno ed io ho disegnato la mia nuova XBOX ONE bianca regalatami
dai miei cari genitori. Spero tanto, caro diario, di non deluderli e di
studiare tanto.
Ti
saluto mio caro, riposa bene perché sarà una giornata ricca di eventi e ti farò
visitare meglio la mia nuova scuola!
Ciaooooooooooooo ……. Matteo
domenica 21 giugno 2015
sabato 6 giugno 2015
venerdì 5 giugno 2015
giovedì 4 giugno 2015
Lavori nell'aula multimediale con l'utilizzo delle applicazioni messe a disposizione da Google
Un'ora a settimana, "connessione" permettendo...
I lavori più significativi eseguiti da Federico, Martina ed Anna.
Visita didattica alla fonderia Marinelli.
Le nostre relazioni
Oggi
insieme alla scuola ci siamo recati ad Agnone a visitare la fonderia Marinelli.
Verso le 10:00 siamo arrivati e ci hanno fatti entrare
nella fonderia,ci hanno ospitati in un salone dove ci hanno mostrato un filmato
che parlava di come vengono costruite le campane.
Dopo il filmato il signore ci ha fatto salire in una stanza dove c’erano
diverse campane e lì ci ha approfondito meglio il filmato parlandoci dei vari
procedimenti lavorativi. Ci ha soprattutto parlato della campana più grande del
mondo,che per produrla ci sono voluti circa cento anni e nel corso del tempo un
pezzo si e’ rotto. ci ha anche parlato dei vari Papi che hanno visitato la
fonderia ,come Papa Giovanni Paolo II.
Ci hanno portati proprio nel posto più grande della
fonderia,dove si producono vere e proprio campane. Il signore ci ha fatto
sentire il rumore di diverse campane e ognuna produceva un suono diverso. Nella produzione di queste campane hanno due forni uno a gas per cuocere quelle piccole e quello a legna per quelle grandi.
Angelo Mastroiacovo
Oggi 26 Maggio 2015 alle ore 9:20
noi delle quarte siamo andati a visitare la Fonderia Marinelli ad Agnone,in provincia di Isernia.
Per recarci lì abbiamo percorso la Trignina e abbiamo
osservato sia il Fiume Trigno che attraversa questa strada sia la fondovalle del Fiume Verrino.
Sul pulmino abbiamo chiacchierato, giocato a tris,
l’impiccato e a un gioco che ci aveva insegnato la maestra Matilde l’anno scorso.
Ci hanno accompagnato la maestra Maria e il maestro Nino.
Lungo il tragitto siamo passati su un grande ponte e poco
dopo siamo entrati nella città di Agnone. Tiziano, Irene e io ci siamo accorti che in una
piccola strada coperta da alberi c’era la fonderia Marinelli in tutto il
suo splendore.
Siamo scesi insieme alla
maestra Maria e ci siamo recati all'entrata. Davanti ad una grande porta
c’erano campane di diverse grandezze e con diverse decorazioni.
Subito ci ha accolto un signore molto gentile che ci ha raccontato
della fonderia e ci ha informato che ha più di mille anni, ha smesso di
funzionare per ben due volte: la prima perché fu occupata dalle truppe tedesche nel corso della seconda guerra mondiale in quanto il bronzo,
che occorreva per realizzare le campane,
serviva per costruire le armi e la seconda poiché ci fu un incendio e morì un operaio.
Dopo aver ascoltato le notizie della fonderia, siamo entrati
in una piccola sala con delle sedie e il
signore ci ha fatto osservare un filmato che ci ha informato che nel 1995 il 19
Marzo venne ad
Agnone Giovanni Paolo II.
Ma tutti ci siamo chiesti:“ Come nasce una campana?”
Con una sagoma di noce stagionato si prepara una
costruzione di mattoni refrattari che corrisponde all'interno della campana
chiamato anima.
L’anima viene poi ricoperta con vari strati d’argilla fino ad
ottenere una superficie levigata sulla quale si applicano dei fregi ottenuti con la cera
fusa messa su uno stampo di gesso: questa è la falsa campana.
Sulla falsa campana viene spalmata altra argilla fino ad
ottenere lo strato voluto che viene
chiamato mantello.
Con la tecnica della cera persa, che si
scioglie con il calore della brace inserita dall'apertura più in alto, si lasciano
impressi i fregi in negativo sul mantello.
Viene sollevato il mantello e con dei martelli si rompe la
falsa campana e viene rimesso il mantello.
Nello spazio libero tra l’anima e il mantello cola il
bronzo fuso che si raffredda lentamente.
Dopo questo procedimento la campana viene messa in un
grande fosso e, nel momento in cui viene bucato il foro da dove esce la lava
liquefatta, la campana viene ricoperta da questa sostanza liquida e molto calda.
Ogni campana viene estratta dal terreno e viene fatto a
pezzi il suo mantello. La grandezza determina il suono di essa; infatti se una
campana è più piccola emette un suono diverso da una campana grande. Poi siamo
scesi in fonderia e la guida ci ha fatto ascoltare delle campane che suonava
con un martello.
La guida ci ha informato anche di quando Papa Pio XI fece
un rito delle colata della pace o di quando Giovanni Paolo II firmò la sua
presenza.
Abbiamo capito che la linea che passa per il centro di una
campana viene chiamato diametro.
Abbiamo ascoltato anche quando a Mosca venne costruita la
più grande campana del mondo che, però, non ha mai suonato perché quando venne
costruita, esattamente nel 1733, ci fu un incendio e la campana rimase sepolta.
Nel 1836 molti soldati la tirarono fuori e un pezzo della campana si ruppe e
per questo motivo non ha mai suonato.
C’è un’altra campana molto famosa perché ogni volta, al
tramonto, suona 100 rintocchi in memoria dei caduti nella guerra.Questa campana è
fatta con cannoni che vennero fusi per costruirla.
Papa Pio XI premiò questa fonderia per aver costruito a
Pompei delle campane per la basilica e
siccome non c’erano i mezzi di oggi dovettero spostarsi gli operai.
I diversi forni possono essere :
·
A legna per campane molto grandi come quella del Giubileo
·
A gas: per campane di piccola grandezza
Le campane che vengono
realizzate in questa fonderia sono in tutto il mondo: Guinea, Giappone, Indonesia,
Costarica……
Questa fonderia sta
costruendo delle campane da portare all'Expo di Milano.
Dopo aver visitato il
museo siamo usciti e chi aveva intenzione di acquistare qualche ricordo è
entrato in un piccolo negozio.
Saliti sul pulmino
abbiamo mangiato e siamo ritornati felici di aver visitato una fonderia di
campane.
Oggi, 26 Maggio le due quarte della
scuola elementare di Trivento sono andate in visita ad Agnone alla Fonderia
Marinelli.
Alle 8:20 i nostri genitori ci hanno
accompagnati a scuola e prima di partire, dato che avevamo ancora un po’ di
tempo, abbiamo ripassato matematica con il maestro Nino.
Verso le 9:00 la signora Maria Carmela
ci ha avvisato dell’arrivo degli scuolabus, così abbiamo preso il giubbino e lo
zaino e ci siamo recati verso l’uscita.
Io e Maria abbiamo preso posto in
prima fila, dato che soffriamo di mal d’auto, e quando tutti sono saliti a
bordo, l’autista ha chiuso la portiera e siamo partiti per Agnone.
Durante il tragitto io e Maria
abbiamo prima giocato a: sasso, carta, forbice divertendoci tantissimo e subito
dopo abbiamo ascoltato la maestra che ci ha spiegato quale strada stavamo
percorrendo, i fiumi che vedevamo e i segnali stradali.
Dopo circa un’ora siamo arrivati ad
Agnone e lo scuolabus ci ha fatto scendere davanti alla Fonderia.
Tutti i miei amici hanno preso dagli
zaini, che abbiamo dovuto lasciare sul pulmino, un bloc-notes per appuntare le
notizie da ricordare; ma io e Maria come “due sbadate” ce li siamo dimenticati e
quindi abbiamo fatto un grande sforzo di memoria a ricordarci tutto a mente.
Ci siamo recati verso l’entrata
della fonderia, già all’esterno mi è piaciuta particolarmente perché è piena di
campane grandi, medie piccole tutte colorate, ci sono dei bellissimi alberi e
l’edificio è grandissimo ed anche la pittura esterna ha un bellissimo colore.
Ci è venuto ad accogliere un signore che ci ha fatto entrare e ci ha
condotto in una stanza munita di un televisore, dove abbiamo preso posto e
visto un filmato sulla fonderia e sulla lavorazione delle campane .
Finito il video siamo saliti al piano superiore, dove la nostra guida ci
ha spiegato le fasi di lavorazione per
realizzare delle campane artigianali.
Dopo ci ha portato a visitare il museo dove abbiamo visto tantissime
campane tra cui, a mio parere, una stupenda realizzata con paglia e milioni di
chicchi di grano uniti assieme, delle campane rotte di cui una colpita da un
fulmine, l’altra da un proiettile.
Infine siamo scesi giù in laboratorio ad ascoltare il bellissimo concerto
delle campane, la guida ha detto che
stavano realizzando un Cristo e della campane per l’Expo di Milano.
Dopo la spiegazione il signore ci ha pregati di allontanarci da lui perchè per suonare le campane avrebbe tenuto in mano un martello quindi ci siamo messi in cerchio ad ascoltare la melodia di: San Martino Campanaro, Jingle Bells e l’inno dell’Italia.
Finito di suonare abbiamo fatto l’applauso e ringraziato la nostra guida.
Prima di lasciare la fonderia siamo andati in un negozio dove si
compravano dei ricordi.
Purtroppo io e Maria non avevamo
soldi e volevamo comprarci qualcosa, ma il gentilissimo maestro Nino ci ha dato
una moneta da 1 euro e ci siamo comprate 3 stupende cartoline e abbiamo
ringraziato il maestro.
Dopo che tutti avevano scelto qualcosa di ricordo, siamo saliti sullo
scuolabus per tornare a scuola.
Lungo la strada del ritorno abbiamo fatto ricreazione, visto che eravamo
affamati come lupi.
Quando siamo arrivati a scuola ho detto a Maria che era stata una bellissima uscita didattica anche un po’ emozionante pensare che quella fonderia è una delle più importanti al mondo.
Grazia
Oggi 26 Maggio 2015 con la mia classe mi sono recata
ad Agnone nella fonderia pontificia Marinelli. Siamo partiti da scuola alle
9:10 con l'autobus. Lungo il tragitto io mi sono seduta vicino a Irene dietro
dietro e abbiamo giocato all'impiccato e
a molti altri giochi. Siamo passati sulla Trignina e sulla fondovalle del
Verrino. La maestra ci ha fatto molte domande sui fiumi per vedere se ci
ricordavamo le cose studiate. Verso le
9:45 siamo arrivati ad Agnone.
Siamo scesi dall'autobus e siamo subito corsi davanti al portone della
fonderia . La maestra ci ha spiegato che la fonderia pontificia Marinelli è stata
benedetta da Papa Giovanni Paolo II. Poi
ha aggiunto che la fonderia era stata ferma e non ha lavorato per due periodi:
nel 1950 ci fu un incendio e durante la seconda guerra mondiale i Tedeschi se
ne impossessarono e presero il bronzo per fare le armi. Una guida ci ha fatto accomodare
su delle sedie bianche per vedere un
filmato per farci un' idea di quello che avremmo visto. Io prendevo appunti per
fare poi una piccola rivisitazione.Dopo aver visto il filmato, il signore che ci guidava
ci ha detto che dovevamo andare al piano di sopra e ci dovevamo accomodare su
delle panche perché lui ci avrebbe spiegato tutte le fasi per creare una
campana. Subito ha cominciato a spiegare. La prima fase della costruzione di
una campana è realizzare una struttura di mattoni che poi viene ricoperta di
argilla che in seguito viene allisciata con un aggeggio che gira intorno alla
sagoma. Questa figura viene chiamate anima.
Successivamente la sagoma viene ricoperta dalla falsa campana, una
struttura che assomiglia alla campana,
ma non è la definitiva. Su questa falsa campana vengono messi dei disegni fatti
con la cera che si fanno mettendo la cera fusa in uno stampo. Poi viene tolta
dallo stampo e viene applicata sulla falsa campana. Successivamente viene
ricoperta da uno strato di argilla che si chiama mantello. Dopo viene fatto il manico con la cera, sopra ci sono tre buchi di cui due sono per far entrare l'aria per non far fare
le bolle, invece il buco centrale serve per far andare il bronzo tra lo spazio
che rimane tra la falsa campana e il mantello. Quella è la campana. Con il
martello poi viene tolto il mantello e la struttura di mattoni. Così si è
creata una campana. Siamo andati nel museo e la guida ci ha fatto vedere una
fotografia in cui è raffigurata la più grande campana del mondo che ha un pezzo
rotto a causa di un incidente che ha fatto cadere la campana in un fosso e,
mentre la stavano tirando su, si è rotto un pezzo. Questa campana si trova a Mosca.
Mentre proseguivamo, l'esperto ci ha fatto osservare una campana fatta di paglia
e grano costruita a Ielsi in occasione
di una festa. Le campane di Agnone si trovano in Cina, in Giappone, in
Indonesia....
Dopo aver visto il museo siamo scesi in fonderia. Il nostro sguardo si è
subito concentrato su una statua di Gesù che doveva essere ancora finita. La
guida a quel punto ci ha fatto ascoltare un concerto di campane fatte proprio
da lui.
Ha continuato spiegandoci che c'erano due forni uno a legna uno a gas.
Quello a gas riesce a fondere poche tonnellate di bronzo invece quello a legna
riesce a fonderne molto di più. Dopo averci detto quest,o la guida ci
ha salutato e ci ha informato che potevamo comprare delle cartoline e dei
souvenir. Alcuni di noi hanno acquistato delle cose e dopo alcuni minuti siamo
ripartiti per Trivento. Appena siamo saliti sul pullman abbiamo cominciato a
mangiare. Il tempo sembrava un fulmine perché siamo subito arrivati. Nell'ora
che ci mancava abbiamo raccontato oralmente la nostra esperienza. Arrivata
l'ora dell'uscita ci siamo messi in fila e siamo tornati a casa. Così finisce
la mia esperienza ad Agnone.
Maruska
Oggi 26 maggio, noi della classe
quarta B, abbiamo effettuato una gita didattica diverse dalle altre, che erano
tutte destinate a musei e teatri, invece questa volta ci siamo recati alla
Fonderia Pontificia Marinelli ad Agnone. Abbiamo percorso per un tratto la
Trignina, Poi abbiamo imboccato la valle del Verrino, che si trova sotto il
ponte di Bagnoli ,la valle prende questo nome perché sotto di esso ci scorre un
fiumicello. L’ingresso della cittadina mi ricordava una Campobasso
rimpicciolita. Arrivati davanti alla bottega delle campane la maestra ha
approfondito dicendoci che questa fabbrica non ha mai smesso di lavorare,
tranne nella Seconda Guerra Mondiale quando divenne quartiere generale dei
nazisti perché veniva utilizzato il loro bronzo per la costruzione di armi. Una seconda
volta nel 1950 a causa di un incendio che provocò danni irreparabili e furono costretti a cambiare sede. .Addentrandoci
nella bottega il maestro campanaro ci ha mostrato un filmato sulla costruzione
delle campane, era un po’ difficile da capire perché venivano usati termini complessi. Qui ci è
stato spiegato il processo di costruzione delle campane. L’anima
della campana è costituita da mattoni refrattari ed argilla. Vengono messi
alcuni strati di argilla e creta sopra l’anima così si va a formare una campana
provvisoria detta anche “Falsa campana”. Successivamente da un calco di gesso
vengono ricavati i fregi, i decori della campana. Essi vengono impressi all’ interno del mantello con della cera. Il
mantello è formato da strati di argilla .Nello spazio lasciato tra la “Falsa
campana” e il mantello viene versata la
colata di bronzo: l’apice del processo di costruzione della campana ,questa
fase viene effettuata in presenza di un parroco e, all’urlo di Santa Maria,
vengono aperti i forni e comincia la colata. Dopo di ciò viene rimosso il mantello e i maestri campanari riescono a vedere i fregi e la cera sciolta . In seguito vengono distrutte l’anima e la falsa campana. Abbiamo proseguito il nostro tour nel museo delle campane . Qui ci è stato spiegato che durante la prima Guerra Mondiale venivano usate campane per costruire cannoni.Come simbolo di pace in Trentino costruirono una campana, che al tramonto suona cento rintocchi per ogni morto e disperso nella Grande Guerra .Il riconoscimento di bottega pontificia è stato assegnato da Papa Pio XI perché gli artigiani si sono recati personalmente nel monastero di Pompei per costruire le campane . Ma l’emozione più grande è stata provata quando Papa Giovanni Paolo II si è recato a visitare la fonderia. Inoltre un momento importante è stato anche quando Papa Benedetto XVI ha richiesto le campane per L’anno giubilare. Poi ci siamo recati in una sala dove ci hanno mostrato i vari tipi di rottura delle campane. Ci hanno illustrato come una campana è stata colpita da un fulmine ,fatto che è successo a Trivento; un’altra che durante la guerra è stata perforata da colpi di proiettile e infine un’ altra caduta per il terremoto. Molto divertente alla fine del percorso è stato il concerto di campane che ci ha salutato con i brani dell’Inno d’Italia, Fra Martino Campanaro e Jingle Bells. Ho fatto tesoro di questa esperienza imparando che le campane non sono solo strumenti ,ma anche note musicali. Non avrei mai immaginato il lavoro immane che si nasconde dietro la costruzione delle campane.
Vincenzo
vengono aperti i forni e comincia la colata. Dopo di ciò viene rimosso il mantello e i maestri campanari riescono a vedere i fregi e la cera sciolta . In seguito vengono distrutte l’anima e la falsa campana. Abbiamo proseguito il nostro tour nel museo delle campane . Qui ci è stato spiegato che durante la prima Guerra Mondiale venivano usate campane per costruire cannoni.Come simbolo di pace in Trentino costruirono una campana, che al tramonto suona cento rintocchi per ogni morto e disperso nella Grande Guerra .Il riconoscimento di bottega pontificia è stato assegnato da Papa Pio XI perché gli artigiani si sono recati personalmente nel monastero di Pompei per costruire le campane . Ma l’emozione più grande è stata provata quando Papa Giovanni Paolo II si è recato a visitare la fonderia. Inoltre un momento importante è stato anche quando Papa Benedetto XVI ha richiesto le campane per L’anno giubilare. Poi ci siamo recati in una sala dove ci hanno mostrato i vari tipi di rottura delle campane. Ci hanno illustrato come una campana è stata colpita da un fulmine ,fatto che è successo a Trivento; un’altra che durante la guerra è stata perforata da colpi di proiettile e infine un’ altra caduta per il terremoto. Molto divertente alla fine del percorso è stato il concerto di campane che ci ha salutato con i brani dell’Inno d’Italia, Fra Martino Campanaro e Jingle Bells. Ho fatto tesoro di questa esperienza imparando che le campane non sono solo strumenti ,ma anche note musicali. Non avrei mai immaginato il lavoro immane che si nasconde dietro la costruzione delle campane.
Vincenzo
Questa mattina, alle 9.00 circa, siamo partiti con lo scuolabus,accompagnati dai nostri insegnanti e ci siamo recati ad Agnone per visitare la “Pontificia Fonderia Marinelli”.
Abbiamo percorso la Fondovalle del Trigno e la Fondovalle del Verrino e, dopo un breve viaggio, siamo arrivati a destinazione.
La prima tappa è stata la visita al museo della fonderia dove, un signore, gentilmente, ci ha fatto vedere un filmato e ci ha fornito tante informazioni sulla nascita delle campane.
La Fonderia Pontificia Marinelli è nata circa 1000 anni fa.
Purtroppo, durante la seconda guerra mondiale, la fonderia dovette sospendere la sua attività, perché era stata occupata dalle truppe tedesche che la utilizzarono come Quartier Generale e requisirono tutte le campane, perché il bronzo veniva utilizzato per la costruzione delle armi.
Nel 1950, a causa di un incendio, la fonderia si trasferì alla periferia del paese.
Dopo aver guardato il filmato che parlava della campana del Giubileo, siamo saliti al secondo piano, dove abbiamo ricevuto informazioni sulla campana più grande del mondo e su quella di Jelsi, fatta di grano; inoltre, il signore, ci ha parlato delle campane dedicate al Papa, in particolare a Pio XI che, nel 1924, concesse alla famiglia di raffigurare lo stemma pontificio, perchè la fonderia aveva realizzato le campane di Pompei.
Successivamente, ci è stato spiegato come vengono trasportate le campane, che arrivano addirittura in Giappone, Nuova Guinea, ecc.
Poi ci siamo spostati in fonderia e qui ci sono stati descritti i forni, che possono essere a legna o a gas e le buche dove vengono sepolte le campane per la colata di bronzo.
Sono rimasto tanto incuriosito al sentire il concerto di campane e vedere i forni accesi.
Poi, dopo aver comprato delle cartoline o delle piccole campane, ci siamo recati sul pulmino, abbiamo mangiato la merenda e siamo ripartiti per Trivento.
Procedimento per realizzare una campana:
1. Realizzare l’anima della campana con mattoni, aiutandosi con una sagoma di legno;
2. Ricoprire l’anima con l’argilla in modo da ottenere una falsa campana, che ha già lo spessore di quella finita;
3. Rivestire la falsa campana con un altro strato di argilla, in modo che si crei un mantello;
4. Quando la campana ha quasi assunto la forma definitiva, bisogna togliere il mantello e rompere la falsa campana rimettendo il mantello, in modo da ottenere un piccolo spessore vuoto;
5. Seppellire la campana e riempire la buca di bronzo fuso, in modo che entri nello spessore tra l’anima ed il mantello;
6. Infine, dopo che il bronzo si è raffreddato, togliere il mantello per ottenere la campana definitiva.
A Pasqua mi hanno regalato
il coniglietto di cioccolato, al collo aveva una graziosa campanella, l’ho
presa in mano e mi sono chiesta:<< Chissà come si costruisce una
campana?>>. Oggi 26 maggio 2015, l’ho scoperto.
Insieme alla mia classe
siamo andati ad Agnone (paesino in cui sono nata), alla Fonderia Pontificia
Marinelli. Nel 1924 Papa Pio XI, come riconoscimento del lavoro effettuato
dalla fonderia, la insignì del titolo “Fonderia
Pontificia Marinelli”.
E’ una bottega artigianale
dove da più di mille anni, si costruiscono campane, la più grande si trova in
Russia, a Mosca, sfortunatamente non ha mai suonato, perché a causa di un
incendio, cadde dall'impalcatura e sprofondò nel terreno, dove rimase sepolta
per cento anni. Seicento soldati la riportarono in superficie, ma non era
intera una parte era staccata, perché l’impatto con le rocce fu violentissimo.
Le campane sono state vendute in Cina, Indonesia, Giappone, Gerusalemme, New
York e nel resto del mondo. Negli ultimi anni sono le campane a raggiungere le
destinazioni, molti anni fa, erano gli artigiani della fonderia che si recavano
nei luoghi e le costruivano sul posto. La fonderia Marinelli costruisce campane
da più di trenta generazioni, lo fanno in modo artigianale e rispettando la
tradizione. Costruiscono una struttura in mattoni refrattari chiamata anima,
attorno alla quale creano la falsa campana di argilla. La cospargono di cera e
la riempiono di fregi ottenuti dalla colata di cera calda in stampi di gesso,
lavorati a mano. Viene ricoperta di nuovo da tanti strati di argilla che le
formano un mantello. All'interno c’è un fuoco alimentato di continuo dal
carbone. Una volta raffreddato il mantello viene aperto a metà e tolta la falsa
campana. Il mantello viene rimesso al suo posto e interrato, per evitare che
subisca spostamenti. Tra esso e lo stampo si crea uno spazio, all'interno del
quale verrà colato il bronzo fuso a 1200 gradi, composto dal 78% di rame e 22%
di stagno, che farà sorgere la vera campana. Il mantello verrà distrutto
completamente per permettere alla campana di liberarli da esso. La cosa più
importante per una campana è sicuramente il suo suono, solo degli esperti
possono valutare se è corretto, o meglio ancora se è in NOTA, ossia se ha
passato il collaudo.
Io non so se sono stata
brava a raccontare come nasce una campana, di sicuro la persona che ci ha
accolto e spiegato queste cose è stata bravissima. Ci ha raccontato tantissime
altre curiosità, che io non scriverò, perché vorrei che tutti andassero a
visitare questa bottega, ne vale veramente la pena.
Pensavo che la parte più
bella della giornata sarebbe stato il viaggio, a scherzare e giocare con i miei
amici, invece ho imparato che dietro a degli oggetti apparentemente semplici
come le campane, c’è un duro e faticoso lavoro. Un po’ mi dispiace sapere che
in alcune chiese, le campane sono state sostituite di nastri registrati, forse
in questo caso la tecnologia è intervenuta nel modo sbagliato.
Fino ad oggi quando
sentivo le campane, di una chiesa, non davo importanza, da oggi in poi alzerò
lo sguardo al campanile e mi auguro di vedere una campana che dondola.
Irene
Oggi 26
maggio, con la mia classe, mi sono recato ad Agnone per vedere la
fonderia “Marinelli” fondata da oltre mille anni.
La fonderia produce campane conosciute a livello
internazionale e fabbrica anche statue.
Le campane
erano già conosciute dai Cinesi, da noi comparvero più tardi.
Papa Pio XI premiò
la fonderia insignendola del titolo
“Pontificia “perché realizzò le campane a Pompei, ma non le fusero ad Agnone,
ma nella città campana .
Tra l’altro
la fonderia è diventata “Patrimonio dell’umanità” grazie all’ Unesco.
Alle nove
precise la Signora Maria Carmela ci ha avvisato che il pulmino era già
arrivato. Ci siamo messi in fila e ci siamo avviati; tutti ci dicevano: ”Fate i
bravi, godetevi questa uscita!”
Siamo saliti
sullo scuolabus ed io mi sono seduto
vicino al mio amico Federico. Durante il
viaggio abbiamo giocato a vari giochi. Abbiamo percorso la “Trignina” sotto la
quale scorre il fiume Trigno e la fondovalle del Verrino.
Passato un
alto ponte finalmente, in lontananza, abbiamo scorto il paese.
Il mezzo
scolastico ci ha fermato davanti alla fonderia Marinelli.
In seguito,
la maestra, ci ha raccontato che durante la seconda guerra mondiale, i Tedeschi
la sequestrarono per il bronzo e nel 13 marzo del 1950 ci fu un pericoloso
incendio che provocò anche un morto, un
operaio nell’opera di spegnimento.
Piano piano
ci siamo avviati e una guida ci ha invitati a sedere per vedere un filmato che
parlava della costruzione delle campane e della visita di Papa Giovanni Paolo
II.
Il maestro
campanaro ci ha spiegato che, per costruire la campana, ci vogliono circa tre
mesi. Con la tecnica del bassorilievo, un artigiano realizza dei fregi che
hanno una lavorazione a parte, fatta a
mano utilizzando la creta, in seguito bisogna fare un calco in gesso dove viene
applicata della cera fusa. Dopo si riscalda il tutto e in cima alla campana
falsa, si inserisce della brace che
scioglierà la cera così le impressioni dei fregi rimarranno
in negativo.
Dopo aver sollevato il mantello, dentro si
noteranno tutti i fregi in negativo. Rimettendolo
a posto si scorgerà un foro ed è lì che nascerà la
campana, nel punto in cui verrà colato il bronzo fuso. Il bronzo, come sappiamo,
non è un materiale che si trova in natura, ma è una lega formata da 22 parti di
stagno e 72 di rame. Così tanto stagno rende rigida la campana.
Quando bisogna far colare il bronzo fuso, c’è sempre un parroco che, nel momento in cui esclama “Santa Maria”, un operaio fa colare tutto il bronzo fuso con
un bastone.
Per eseguire
una fusione bisogna realizzare una forma.
Poi ci siamo
spostati nel museo e il maestro ci ha spiegato che i tre pezzi principali sono
l’anima, la falsa campana e il mantello. L’anima è l’interno della campana e la struttura è fatta di
mattoni e viene ricoperta d’argilla. Poi c’è la falsa campana ed è la campana
provvisoria e il terzo pezzo è il mantello che riveste la falsa campana. Il
mantello è fatto d’argilla e quindi bisogna romperlo con il martello. In base
al diametro cambiano le caratteristiche. La più grande campana del mondo è quella
posta a Mosca che ha una particolarità:
un pezzo è rotto.
Il campanaro
ha aggiunto
che la
campana cadde da un’ impalcatura e andò a finire in una fossa e lì rimase per
almeno 100 anni.
Nel 1800
circa, mentre dei soldati tentavano di
tirarla fuori, cadde ed un pezzo si
spaccò, quindi la campana non ha mai suonato.
La guida ci
ha chiesto” Cosa c’entrano le campane con la guerra?” e poi ha aggiunto che le
campane durante la guerra venivano fuse e diventavano cannoni.
Arrivati
quasi alla fine del museo, l’addetto ci
ha mostrato i motivi delle rotture delle campane: colpi di fulmini, colpi di
pistola o fucile………
Poi siamo
arrivati vicino alla statua del beato Papa Giovanni Paolo II e l’abbiamo osservata. Le campane sono state
vendute anche in Paesi asiatici tra questi c’è la Cina, l’ Indonesia…
Il campanaro
ci ha guidati, poi, nella fonderia dove fondono le campane e ci ha spiegato che
ci sono due tipi di forni quello a legna e quello a gas.
I due forni
hanno la stessa grandezza, però il forno a legna può contenere una maggiore
quantità di metallo.
Inoltre il
laboratorio è stato invitato a partecipare all’EXPO di Milano e quindi stanno preparando
una campana per l’evento.
L’ artigiano
ci ha fatto sentire tre melodie “San Martino, jingle Bell e l’inno di Mameli ”
Ha preso un
grosso martello e ci ha fatto indietreggiare di qualche passo.
Ha
cominciato a battere l’arnese contro le campane e loro facevano un gran rumore.
Ad un certo
punto il rumore è finito e gli abbiamo regalato un applauso , ci ha salutati e
ce ne siamo andati.
Chi voleva,
poteva recarsi nel piccolo negozio dove si comprano campane piccole o grandi e
cartoline.
Nicola Iocca
mi ha prestato un Euro per comprare una cartolina. Il commesso me l’ ha regalata
ed ho ridato i soldi al mio amico. Noi siamo tornati al pullman e la maestra ci
ha consentito di mangiare.
Durante il
viaggio di ritorno abbiamo giocato a catena di nazioni e di città italiane.
Però dopo
una mezz’ora siamo tornati a scuola ed
abbiamo parlato della giornata passata ad Agnone.
La maestra
ci ha chiesto come era stata per noi la giornata e noi abbiamo risposto che ci
era piaciuta molto.
Dopo pochi
minuti abbiamo cantato” Scuola Rep, Metti la canottiera no!”
Dopo una
ventina di minuti siamo usciti da scuola ed io ero contento per la giornata
trascorsa.
Prima non davo molta importanza ai campanili, ma con
questa esperienza ho capito che dietro un banale strumento c’è un faticoso
lavoro.
Matteo
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